La truffa della busta: spariti 20 mila euro Anziana raggirata da una coppia a Trento

di Flavia Pedrini

Hanno suonato il campanello di casa e, con la scusa di lasciare una busta da consegnare ai vicini di casa, sono entrati nell'abitazione ed hanno fatto razzia di ori e denaro. È un colpo da 20 mila euro quello che ieri mattina una coppia di truffatori ha messo a segno ai danni di un'anziana di Trento.

Dopo falsi funzionari e tecnici del gas, finti avvocati o rappresentanti delle forze dell'ordine inesistenti, ecco la trappola del plico da consegnare ai vicini assenti.

Così è successo ieri mattina ad un'anziana che vive a ridosso del centro storico di Trento. Il raggiro è scattato verso le 10.30. La vittima, una donna ultra settantenne, ha sentito suonare il campanello. I truffatori - un uomo e una donna - hanno spiegato che avevano bisogno di un favore: dovevano consegnare una busta al vicino di casa, che però in quel momento non era presente. La signora, evidentemente convinta dai modi garbati della coppia e sicura di fare un semplice piacere, ha aperto la porta di casa. Una volta dentro è scattato il piano: la donna ha detto che aveva bisogno di recarsi in bagno. L'anziana ha acconsentito ed è rimasta a parlare con l'uomo. Inutile dire che la truffatrice non aveva bisogno dei servizi igienici. Appena è stata sicura di non essere sotto l'occhio della donna, che intanto veniva distratta dal complice, si è diretta verso la camera della vittima. Qui ha trovato gioielli e monili, oltre a denaro contante, che ha abilmente afferrato e nascosto. Il bottino è ingente: circa 20 mila euro. E al danno economico si aggiunge sicuramente quello emotivo: a quell'età i gioielli sono spesso ricordi di persone care, affetti magari scomparsi, che rivivono in una collana o in un anello indossato. Solo quanto la coppia si è congedata la donna ha scoperto di essere stata derubata. A quel punto non le è rimasto altro da fare che denunciare l'accaduto.

Quella messa a segno ieri mattina, seppure con la variabile della scusa adottata per farsi aprire la porta di casa, ripercorre purtroppo un copione ormai noto, che spesso vede come vittime persone anziane, dunque più fragili. Gli autori sono malviventi del «porta a porta», che una volta entrati in casa frugano nelle stanze in cerca di oggetti di valore o denaro contante. Persone dall'aria rassicurante e dai modi gentili, che spesso si nascondo dietro figure note, come il tecnico del gas o un rappresentante delle forze dell'ordine, facendo così cadere ogni difesa in chi li incontra.

Proprio nelle scorse settimane presso il comando dell'Arma dei carabinieri è stato presentato l'opuscolo informativo «Possiamo aiutarvi», un vademecum che contiene indicazioni utili e consigli per evitare di cadere in trappola. È bene ricordare, per esempio, che i carabinieri in attività hanno uniforme e tesserino e che, nel dubbio, è meglio chiedere al 112 se davvero si tratta di un collega. Anche i funzionari Inps o dell'Enel non vengono a casa: dunque mai aprire la porta o dare loro denaro. Ma è bene diffidare anche di chi avvicina le persone per strada fingendosi un vecchio conoscente o amico di un familiare. Tra i casi a cui prestare attenzione anche quelli in cui si viene contattati da un presunto avvocato, che chiede denaro per aiutare un familiare coinvolto in un incidente. L'elenco, purtroppo, non è completo e i malviventi lanciano sempre nuove esche.

In ogni caso, nel dubbio, è sempre bene rivolgersi alle forze dell'ordine.

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