Polemica punti nascita «Non ci sono pediatri»

La lettera inviata dall’assessore Luca Zeni al presidente della Provincia di Bolzano, a quelli delle Regioni Veneto, Lombardia, Piemonte e Toscana è datata 30 gennaio.

«Ho chiesto di presentare congiuntamente al Ministero della Salute una richiesta per la rivalutazione degli standard dei punti nascita. Alto Adige e Veneto hanno risposto positivamente», ha detto l’assessore ricordando che la deroga concessa per i punti nascita di Cles e Cavalese presuppone il mantenimento degli standard di sicurezza previsti dal Ministero e che attualmente, per Cavalese, c’è il problema di reperire personale.

«A questo punto cerchiamo di ottenere qualche cambiamento degli standard, immaginando di garantire la sicurezza con una diversa presa in carico o con le moderne tecnologie», ha detto Luca Zeni.

Il Trentino punta ovviamente sull’elicottero che nel corso del 2016 ha potuto volare 352 giorni su 365 e che a breve potrà viaggiare di notte con il visore. Quanto alla casistica e all’importanza che ogni operatore esegua un certo numero di parti per acquisire un certo livello di competenza, l’assessore ha portato come esempio Cles, dove i nuovi assunti ruotano sia sul reparto della valle di Non che sul S. Chiara di Trento.

«Per Cavalese siamo realmente molto preoccupati e speriamo che la nostra richiesta di standard diversi venga accolta». È stato il direttore dell’Azienda sanitaria trentina, Paolo Bordon , a lanciare la domanda forse più provocatoria, ma anche più concreta. «Alcuni servizi essenziali devono essere garantiti vicino - ha detto Bordon - e penso al Pronto soccorso, alla medicina per acuti per gestire anche le cronicità, all’ortopedia e alla chirurgia minore. Mi chiedo se tra questi servizi essenziali ci sia anche il punto nascita».

E come risposta a ciò che considera servizi essenziali Bordon ha spiegato quanto l’Azienda sta facendo in materia di percorso nascite, con la presa in carico della futura mamma con un ostetrica dedicata e una serie di visite programmate sia durante la gravidanza che dopo il parto a domicilio. «Ricordo che la deroga è stata concessa sul numero di parti, non sugli standard organizzativi, ossia la presenza h24 di un ginecologo, un anestesista e un pediatra.

Noi stiamo proseguendo nella ricerca dei pediatri, ma la situazione è difficile. Abbiamo difficoltà anche per Trento e Rovereto, basta pensare che venerdì abbiamo avuto tre rinunce. A me dispiace che a Cavalese ci sia un “non” servizio. Ma non ci riusciamo a coprire i turni sulle 24 ore perché non riusciamo a reperire professionisti».

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