Posta, slitta il recapito solo a giorni alterni La riorganizzazione era prevista da aprile

Slittano i tempi del recapito della posta a giorni alterni.

In Trentino era previsto che il nuovo sistema di consegna in 157 Comuni su 177, ma con applicazioni anche nel capoluogo e nei centri maggiori, venisse avviato ad aprile per poi completare l'attuazione a giugno.

«Pare invece che a livello nazionale l'azienda abbia preso più tempo - afferma Daniela Tessari , segretaria di Slc Cgil - A Verona il nuovo sistema doveva partire a metà febbraio ma è stato rinviato». Anche in due province toscane, Lucca e Massa, il recapito a giorni alterni doveva essere messo in moto questo mese, mentre ora si parla di marzo-aprile.

«Poste ha realizzato che la nuova organizzazione comporta grossi disagi», sottolinea Tessari.

Intanto però la riduzione del personale è cominciata: nel primo scorcio dell'anno sono stati prepensionati 50 lavoratori sui poco più di mille che costituiscono l'organico di Poste in Trentino. Sul versante degli uffici, invece, «le chiusure sono state fermate» puntualizza il presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena.

Gli uffici postali in provincia sono 130. «La chiusura degli uffici periferici era quello che ci preoccupava di più - afferma Gianmoena - Sulla consegna a giorni alterni siamo all'informazione dell'azienda che parlava di partenza ad aprile».

La riorganizzazione del servizio postale a giorni lavorativi alterni prevede che la consegna della posta avvenga una settimana il lunedì, mercoledì e venerdì e la settimana successiva il martedì e giovedì. In realtà quindi, considerando il week-end, tra una consegna e l'altra possono passare anche quattro giorni.

«Dove c'erano ad esempio cinque zone - spiega Tessari - ne vengono tagliate due e rimangono tre macrozone. Uno stesso portalettere fa un giorno l'una, un giorno l'altra. Questo per i comuni regolati». Che in Trentino, come detto, sono 157, cioè la gran parte. Per i comuni non regolati, cioè i centri maggiori, sono garantite tutti i giorni le raccomandate e l'altra posta «pregiata» e i quotidiani, attraverso un postino «trasversale». Ma anche Trento e i centri maggiori saranno coinvolti nella riorganizzazione.

«La motivazione della riorganizzazione è che la posta è diminuita - aggiunge Tessari - ma intanto in molte zone si accumula negli uffici e i portalettere non riescono a smaltirla, tanto che Poste ha dovuto assumere personale a tempo determinato». Contemporaneamente però l'azienda a controllo pubblico, e quotata in Borsa, mira a ridurre il personale stabile. In provincia ci lavorano circa 1.050 persone, di cui la metà portalettere e la metà sportellisti.

«La campagna per l'esodo volontario verso la pensione è già cominciata - precisa Tessari - Da inizio anno sono usciti 50 dipendenti». I sindacati denunciano da tempo grosse carenze di personale: «Anche la sportelleria è ridotta all'osso, non c'è ricambio. E su tutto c'è la spada di Damocle dell'ulteriore privatizzazione. Se la maggioranza societaria di Poste divenisse privata, potrebbe non proseguire attività e chiudere uffici, soprattutto quelli con mono operatori nelle zone disagiate, e il servizio universale potrebbe non essere più garantito».

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