La sfida in un locale: 1 litro di birra in un fiato

di Matteo Lunelli

Il volantino della serata lasciava ben poco spazio alle interpretazioni: «Se bevi un litro di birra di resta, il secondo te lo regaliamo noi». L’iniziativa si è svolta sabato scorso in un locale di un piccolo paese del Trentino: un bar molto frequentato, soprattutto dai giovani, e molto attivo nell’organizzazione di eventi e serate a tema. Questa volta, però, il volantino ha creato un vero e proprio caso all’interno del paese, tanto da far muovere, venerdì scorso, anche il sindaco con una telefonata di spiegazioni ai titolari del bar. Ma a muoversi sono stati anche alcuni genitori della zona, che si sono trovati per confrontarsi, capire, parlare e, poi, per scrivere una lettera all’Adige.

«Vorremmo esprimere la nostra amarezza, come adulti e come genitori, nei confronti di una pubblicità di un locale: non ha importanza dire dove si trovi e citarne il nome, poiché simili iniziative sono purtroppo ormai tristemente diffuse. Abbiamo letto i commenti dei ragazzi che si incitavano a vicenda per vedere chi fosse - citiamo letteralmente - il “vero campione” della sfida. L’amministrazione comunale e le forze dell’ordine, solidali nella condanna, non possono vietarla. L’evento, purtroppo, è “legale”, ma “legale” non significa “giusto”. Reputiamo che questa formula di incitamento al bere selvaggio sia puramente finalizzata al guadagno, una conferma del degrado etico, sociale e culturale del contesto in cui viviamo».

L’evento si è tenuto sabato. E sul come sia andata ci riferisce la giovane titolare del locale. «C’erano duecento persone e ci hanno provato in otto, tutti over 23. E nessuno ci è riuscito. Volevano fare i brillanti e farsi due risate, tutti si sono divertiti. L’iniziativa voleva essere una cosa innocente, non certo un’incitazione all’alcolismo. Venerdì mi ha chiamata il sindaco, ho saputo di alcune proteste: forse è stata una leggerezza, ma ci sono cose molto peggiori. L’happy hour, gli shottini a un euro, le feste della birra fanno eccedere molto di più. Un litro, poi, sono cinque piccole... E chi vuole ubriacarsi lo fa comunque, magari comprando una bottiglia e tenendola fuori dal locale».

Contattiamo i genitori che hanno inviato la lettera e segnalato il caso. «Siamo scoraggiati, indignati, preoccupati e ci sentiamo impotenti. Però non vogliamo fermarci solo alla denuncia del fatto, ma vorremmo fare proposte ed educare. Se genitori, esercenti, politici facessero rete e facessero delle riflessioni costruttive si potrebbe porre fine ai problemi legati all’abuso di alcol».

Una preoccupazione che l’esercente in questione non sente. «Noi abbiamo dato nell’occhio pubblicizzando la serata, ma si tratta di cose che accadono ovunque. Andate in qualche bar, nelle città o nei paesi, e guardate se c’è gente che beve cinque birre piccole. Noi non diamo da bere ai minorenni e se vediamo qualcuno che esagera ci preoccupiamo. Per il resto facciamo solo il nostro lavoro».

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