Incastrato dalla fototrappola mentre si prende le mele

di Sergio Damiani

È stato immortalato da una fototrappola mentre raccoglieva le mele dal campo confinante. Una leggerezza, anzi secondo il proprietario un furto vero e proprio, che rischiava di costare carissimo ad un giovane della valle di Non. L’imputato si era visto notificare un decreto penale di condanna da 22.590 euro, un vero salasso a fronte di una cassa di mele che valeva una quarantina di euro.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Francesco Moser, ha deciso di non pagare il salatissimo decreto penale e affrontare i rischi di un processo nella speranza di far cadere l’accusa.

La difesa aveva un primo problema: i fatti erano difficilmente contestabili. Agli atti c’erano le immagini scattate da una fototrappola piazzata dall’agricoltore ai margini del suo campo di mele. Evidentemente non era la prima volta che il contadino notava ammanchi di frutta proprio lungo l’ultimo filare di mele del suo campo. Per risolvere il mistero si è rivolto alla tecnologia. Ha acquistato la fototrappola (si trovano anche su internet a partire da un centinaio di euro) e l’ha piazzata in un luogo poco visibile.

Di solito questo tipo di dispositivi si usano per la caccia fotografica. In questo caso, però, a finire «in trappola» non è stato l’orso, ma il figlio del proprietario del terreno confinante, immortalato all’atto di caricare mele non sue.

Il giovane si difendeva sostenendo di aver fatto cadere le mele inavvertitamente mentre transitava con il pick-up lungo il filare e di averle raccolte. Il proprietario del campo, però, era andato fino in fondo sporgendo querela per furto. Il giovane si è trovato così indagato per furto aggravato perché le mele erano esposte alla pubblica fede. Di fronte alla prospettiva di pagare un decreto penale di 22.590 euro l’imputato ha preferito affrontare il giudizio. La difesa è stata tutta sul terreno del diritto (in fatto parlavano da sole le immagini della fototrappola).

La scelta alla fine è stata azzeccata. Grazie ad una sentenza della Cassazione, secondo cui rubare limoni dall’albero non integra l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede, il furto di mele è stato considerato semplice. A quel punto rimaneva da risarcire il vicino convincendolo, con una cifra congrua, a ritirare la querela. Così è stato e nei giorni scorsi il giovane «intrappolato» è stato prosciolto.

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