Rossi: scuole materne da accorpare Calo delle nascite, i soldi non bastano

di Nicola Maschio

«Abbiamo investito tanto sull’istruzione e certamente continueremo a farlo. La vera sfida sarà garantire l’alta qualità del sistema in funzione al grande cambiamento sociale che ci stiamo trovando ad affrontare. I nuovi modelli di scuole dovranno tenere conto di queste trasformazioni e non si possono escludere unioni di alcune strutture in futuro, vista la difficoltà attuale della sfida educativa e il calo delle nascite impossibile da ignorare».

Così il presidente della Provincia Ugo Rossi all’assemblea annuale delle Federazione provinciale scuole materne di Trento. Per Rossi, poi, «un altro obiettivo fondamentale è la formazione del personale in campo linguistico. Alla prima edizione dei percorsi linguistici hanno partecipato 86 insegnanti, provinciali ed equiparate, mentre circa 170 si sono già iscritti alla seconda. In più, attualmente 149 scuole su 269 hanno collaboratori linguistici».

Il sistema della Federazione si presenta con 136 scuole, organizzate in 21 circoli di coordinamento, con 365 sezioni, 8.289 bambini (sui 15.000 iscritti in Trentino), 1.603 insegnanti, 472 tra operatori e cuochi e 2.000 volontari.

In più, 70 dipendenti della Federazione sono impiegati nei diversi settori scolastici. Il dato relativo agli stranieri riporta un 11,75%, ovvero 974 bambini provenienti da 54 nazionalità diverse.

Relativamente ai servizi socio-educativi della prima infanzia (0-3 anni) la Federazione in collaborazione con Bellesini scs e Prospettiva Bambini srl conta 20 nidi di infanzia per 549 bambini, 163 educatrici e coordinatrici interne e cuochi e operatori pari a 73 unità.

«Questa assemblea rappresenta un’occasione importante di partecipazione alla vita istituzionale e associativa della Federazione - afferma il presidente Giuliano Baldessari - Ci fondiamo su alcuni elementi fondamentali che determinano la nostra identità e la nostra mission.

Questa identità è sicuramente rappresentata da quello che definiamo come “patto associativo”, che fin dal lontano 1950 ha coinvolto numerosissime persone ed ha costruito un’esperienza profonda in chi, come noi, ha dunque trovato il modo di esprimersi e concretizzarsi».

Baldessari ha parlato del tema di quest’anno («Verso una nuova cittadinanza»), che «si orienta proprio all’attenzione per una formazione multiculturale ai bambini, i quali rappresentano i cittadini del domani».

Baldessari ha poi sottolineato gli obiettivi ed i temi rilevanti per il futuro. In primis, la cura costante dei rapporti con il mondo scientifico, socio-culturale e politico-istituzionale, aprendo ad un dialogo sempre maggiore con interlocutori di livello ed orientandosi verso il trilinguismo.

Poi ci sono ricerca e formazione, attenzione alla comunicazione e valorizzazione del ruolo del volontariato, semplificazione delle procedure amministrativo-gestionali, sviluppo tecnologico e gestione efficace delle risorse economiche e finanziarie.

«Occorrerà investire sulla fiducia reciproca, per riportare le famiglie al centro del contesto sociale e rimarcare il fatto che esse non sono in crisi, ma sono l’elemento che più di tutti rappresenta il bene nella nostra società - ha sottolineato il vescovo Lauro Tisi nella messa d’apertura. - Dobbiamo promuovere la collaborazione e abbandonare l’autoreferenzialità».

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