Macerie ad Amatrice, due mesi dopo. Il 7 novembre sarà pronto il liceo «trentino»

di Matteo Lunelli

Forse un porta biscotti, o forse un soprammobile. Di sicuro a forma di anatra e di sicuro colorato. Ma, soprattutto, integro. Incredibilmente integro. In mezzo a cumuli di sassi e macerie, a pareti diventate polvere, a mobili diventati immondizia, quell'oca si è salvata. Ed è stata capace di regalare un sorriso, un piccolo momento di allegria alla legittima proprietaria. 

Piccoli, piccolissimi, per chiunque altro insignificanti momenti di vita quotidiana, che ad Amatrice diventano immagini simbolo. La fotografia e il racconto del curioso aneddoto sono di Giorgio Salomon , il grande fotografo trentino che qualche giorno fa è stato ad Amatrice. Per guardare e fotografare, per capire e documentare. 

Quando guardiamo i suoi scatti l'immagine della signora con il caschetto bianco che esce dalla zona rossa e dai cumuli di macerie con il proprio porta biscotti in mano, felice e orgogliosa, ci colpisce. Chiediamo e lui ci spiega. «Ero a pochi metri dalla zona off limit quando è arrivata questa donna. Mi è venuta incontro, sorridente, e quell'espressione contrastava con lo sfondo, così come l'anatra integra contrastava con le case crollate. Mi ha detto "Vero che è bella?" e se la coccolava». 

Amatrice, le foto di Giorgio Salomon

 

Come si vede nello scatto la signora tiene stretto il prezioso reperto come fosse la coppa appena consegnata a un campione che ha vinto un torneo. E quello, in fin dei conti, un trofeo lo è e rappresenta qualcosa che si è salvato, qualcosa da cui ripartire, qualcosa che ha resistito. 
«La prima cosa che viene da pensare visitando quei luoghi è "io qui non ci vivo, devo scappare da qui". Invece lì la gente ha grande tenacia, ha voglia di restare e ricostruire».

Una voglia di non mollare e di ripartire che a volte può essere rappresentata semplicemente da un'anatra di ceramica colorata che ha resistito alla violenza del sisma. «Però sarà lunga e difficile: le strade vanno ricostruite, le case lesionate vanno abbattute, c'è il materiale da portare via. Poi ci sono le inchieste, le abitazioni sotto sequestro. E infine bisogna ricostruire. Ci vorranno anni, molti anni. Per ora la preoccupazione principale è l'inverno che sta arrivando e ad Amatrice il clima è più rigido rispetto a Trento». 

Dopo quasi due mesi dal terremoto alcune situazioni sono ancora surreali. «C'è un'attività costante e continua: polizia, Protezione civile, vigili del fuoco continuano ad andare avanti e indietro. Io sono entrato nella zona rossa, con elmetto e ascoltando le indicazioni del pompiere toscano che era con me e Fabio Chiucconi , inviato del Tg2. Pur avendo visto decine di immagini e servizi tv, quando si è lì fisicamente è davvero spettrale. Muoversi non è facile, le strade sono state create dalle ruspe, e bisogna prestare attenzione in ogni momento, anche perché le scosse continuano».

Un po' di speranza è arrivata anche grazie al Trentino, con la scuola costruita e consegnata in tempi record. «Devo dire che è veramente meravigliosa: sono stati molto bravi e soprattutto veloci. Sono stato a visitarla ed entrato in una classe: le lezioni vanno avanti e i compiti danno un senso di normalità». 

Bambini con lo zaino e un'anatra integra: per ora basta questo per dare una parvenza di normalità dove il terremoto ha distrutto tutto.

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