L'addio al piccolo Bryan, una vita di pochi minuti

«Non era destinato a vivere» spiega papà Fabrizio Nicoletti

«Stupendo angioletto, vola più in alto che puoi». I genitori del piccolo Bryan hanno affidato il messaggio al web, cercando di lenire il dolore per la scomparsa del loro primogenito nella condivisione dei loro pensieri, del turbinio delle emozioni. Bryan era un bimbo «non destinato alla vita», come spiega papà Fabrizio. Non avrebbe dovuto farcela a nascere da solo, invece c'è riuscito. Non avrebbe dovuto neppure cominciare a respirare, ma l'ha fatto.

Il piccolo, nato alle 16.58 di lunedì all'ospedale Santa Chiara, ha dimostrato una forza che neppure i medici avevano immaginato e per mezz'ora, giusto il tempo di conoscere i genitori, si è aggrappato alla vita. Trenta minuti di pura gioia per mamma e papà: si sono stretti il loro bimbo al petto, l'hanno cullato prima che i medici, date le condizioni comunque critiche del neonato, iniziassero le manovre di rianimazione. I genitori sapevano che la vita del piccolo era appesa ad un filo e si trattava non di ore, ma di minuti. Purtroppo la malattia ha vinto: il cuoricino di quel frugoletto di soli due chili ha smesso di battere poco dopo. 

Fabrizio Nicoletti, operaio originario della val di Non, e la sua compagna erano preparati, anche se mai, nella vita, si è pronti ad affrontare una perdita, un lutto. «Ringraziamo tutte le persone che ci sono state vicine in questi ultimi tre mesi - evidenzia - in particolare il reparto di neonatologia, la dottoressa Paola Morelli, il medico anestesista Luca Baltieri, il reparto di ostetricia. Dobbiamo dare un grande riconoscimento per tutto quello che hanno potuto fare per noi. Sono stati molto professionali e gentili». 

Per desiderio dei genitori, il piccolo Bryan ha ricevuto il battesimo. La cerimonia funebre verrà fissata oggi, subito dopo l'autopsia sanitaria predisposta dall'ospedale ed in programma stamattina. «Daremo l'addio al nostro bimbo nel cimitero di Trento, l'abbiamo battezzato perché volasse in cielo» dice con un filo di voce il padre. Assieme alla compagna, alla donna che per nove mesi ha cresciuto dentro di sè il piccolo Bryan ricoprendolo delle attenzioni e dell'amore che ogni madre riserva ai suoi bimbi, dedica un ultimo struggente pensiero al piccolo che ha voluto nascere per conoscere mamma e papà, per poi riaddormentarsi per sempre. «Bryan, la vita è crudele e ti ha fatto vivere solo per poco. Sarai già un angioletto che ci proteggerai... fai buon viaggio piccolo».

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