M5S: «Trasparenza, questa sconosciuta: le Comunità non rispettano la legge»

Trasparenza, questa sconosciuta. Il Movimento 5 Stelle scoperchia il vaso di Pandora e porta alla luce un vero e proprio caso: le Comunità di valle, chi più chi meno, non rispettano le leggi sulla trasparenza. Ovvero non sono presenti sui vari siti, ad esempio, le dichiarazioni dei redditi di presidente e vice, ma anche i programmi, documenti sulla pianificazione, moduli, nomi e compensi di consulenti e collaboratori e molto altro ancora.

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E appare quantomeno curioso che i dirigenti responsabili dell’attuazione, della verifica, della pubblicazione online di questi documenti (ma anche di sanzionare il mancato rispetto di qualche norma) abbiano tutti incassato il premio di produzione. A proposito di curioso: in val di Sole il piano è stato votato e approvato. Anche se non esiste. Spiega meglio Riccardo Fraccaro: «Abbiamo chiesto spiegazioni al segretario generale, che ha ammesso di non trovare questo piano, anche se era stato deliberato. Abbiamo presentato una denuncia in procura per questo caso, perché crediamo che votare un documento che non esiste possa essere un reato».

Ma non c’è solo la Comunità della val di Sole nel mirino: «Abbiamo portato tutto quello che abbiamo scoperto alla corte dei conti e poi ho presentato un’interrogazione a Roma. Abbiamo anche chiesto spiegazioni alla Provincia, ma diciamo che si è innescato il meccanismo dello scarica barile. In Italia e in Trentino le leggi ci sono, alcune sarebbero anche buone: è la loro applicazione che latita».

Lo «scoperchiatore» di vasi ha un nome e un cognome: Mauro Direno, un cittadino che ha spulciato i siti, telefonato, mandato email e chiesto spiegazioni. «Mauro ha dimostrato di avere una grande dose di una qualità che, io penso, ci salverà: il senso civico». Direno spiega il suo lavoro: «Il nostro lavoro è stato quello di analizzare prima tutti i siti, verificando la presenza o meno di quanto richiesto. Poi c’è stata l’analisi di tutti i dati con ulteriori verifiche, che non sono state facili: per fare un esempio la Comunità Alto Garda e Ledro non ha mai pubblicato il piano anti corruzione e a volte era difficile capire a chi dovevamo rivolgerci».

A chiudere è Filippo Degasperi: «Ma non finisce qui: il prossimo obiettivo sarà quello dei Centri di Formazione Professionale, che gestiscono 150 milioni di euro: nessuno di loro pubblica sul proprio sito le consulenze, gli incarichi, il bilancio».

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