Polizia, 5 mila interventi sulle piste da sci trentine

Festa ieri mattina per la polizia di Stato

Festa ieri mattina per la polizia di stato, che ha celebrato il sessantesimo anniversario del proprio Servizio di sicurezza e soccorso in montagna.

Per onorare la ricorrenza non poteva esservi cornice migliore del 64° Trento Film festival della montagna, con la cerimonia ospitata a palazzo Geremia a cura del Centro addestramento alpino della polizia di Moena.

In sessant’anni i poliziotti sciatori hanno dovuto più che centuplicare i loro sforzi, fedeli al loro compito di rimanere al fianco degli sportivi e frequentatori della montagna il cui numero, in questi sei decenni, con lo sviluppo del turismo di massa, è andato crescendo di anno in anno. Così gli agenti formati dal centro addestramento alpino di Moena e destinati a quel «Servizio di sicurezza e soccorso in montagna» entrato in funzione nell’inverno 1959/’60 sono passati dallo svolgere 130 interventi nell’anno del «debutto» a coprire le 15.193 richieste di aiuto giunte quest’inverno nelle 58 stazioni sciistiche italiane (16 quelle trentine) in cui la polizia svolge il servizio.

In realtà, la nascita vera e propria dei poliziotti sciatori è da far risalire a qualche anno prima del 1960, ovvero al 1956 in occasione delle Olimpiadi di Cortina. Fu allora che un centinaio di agenti venne destinato per la prima volta all’assistenza sulle piste. Quattro anni dopo, l’esperimento si trasformò in un servizio stabile, con un’unica triste parentesi negli «Anni di Piombo» quando anche i poliziotti sciatori vennero impiegati nella lotta al terrorismo lasciando le località sciistiche per quattro stagioni.

Nella sola provincia di Trento gli agenti lavorano in sedici località (Alba, Canazei, Campitello, Vigo, Pozza, Moena, passo S. Pellegrino, Pampeago, Predazzo, Cavalese, San Martino di Castrozza, Folgaria, Lavarone, Andalo, Pinzolo, Campiglio) e in questa stagione hanno effettuato poco meno di 5.000 interventi: per la precisione 4.980, cifra record dal 2010/’11 quando gli interventi furono 5.148.

Le sanzioni in provincia sono state 142, con 36 denunce. Ogni anno il

Il Centro addestramento alpino di Moena forma una quindicina di nuovi agenti sciatori che sono destinati ovviamente non solo al Trentino ma a tutta Italia, dalla Val d’Aosta all’Abetone, dalle Alpi Giulie all’Etna. Sempre più il compito dei poliziotti non è solo quello - primario - di salvare vite intervenendo per prestare soccorso a chi si infortuna sulle piste o accusa malori (solo in provincia di Trento in questa stagione due vite sono state salvate dal defibrillatore in dotazione ai poliziotti), ma anche quello di riuscire a ricostruire la dinamica di infortuni che sfociano spesso in lunghe cause, penali o civili. Sono in crescita, infatti, i casi in cui sciatori che si infortunano (in oltre l’80% dei casi autonomamente) chiedono risarcimenti e l’opera degli agenti per ricostruire i fatti è fondamentale e non facile (gli infortuni avvengono senza testimoni diretti nel 75% dei casi).

Preoccupante poi uno dei dati diffuso ieri a palazzo Geremia - alla presenza oltre che di numerosi rappresentanti istituzionali, anche del campione di sci nordico delle Fiamme Oro Federico Pellegrino, vincitore della coppa del mondo sprint - e relativo alla ancora scarsa diffusione delle assicurazioni tra gli sciatori.

Quattro su dieci sciano «scoperti» di tutele, nonostante ormai le polizze, anche solo giornaliere, vengano proposte a poche manciate di euro assieme agli skipass. Rispetto a dieci anni fa, quando gli sciatori privi di copertura erano il 53,13% qualche progresso è stato fatto, ma si può senz’altro fare di più per evitare che belle giornate sulla neve si concludano, in caso di infortuni, non solo con ricoveri in ospedale ma anche con spese ingenti da sostenere.

 

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