Bertoldi (Atas): «Ripensiamo la politica di accoglienza I pensionati di oggi sono sostenuti anche dagli stranieri»

di Angelo Conte

Già nel 2015 e ancor di più nei prossimi anni la popolazione trentina crescerà solo se riuscirà ad attrarre stranieri nel modo in cui ha fatto finora. Lo spiega l’Istat che indica nel saldo migratorio con l’estero il motore principale dell’incremento demografico in Trentino assieme agli italiani che arriveranno dalle altre regioni e si stabiliranno nella nostra provincia. 
 
Per Emiliano Bertoldi, direttore dell’Atas (Associazione trentina assistenza stranieri), occorre che si esca da politiche di accoglienza «improntate all’emergenza» e che si pensi ad avere delle misure che guardino su un periodo di medio-lungo termine. 
 
Dai dati Istat, spiega Bertoldi, «emerge un fatto scontato per chi si occupa da anni di questi aspetti, e cioè che di politiche migratorie c’è bisogno, sia per quanto riguarda il tema della natalità sia per il tema del welfare». Già oggi, chiarisce ancora Bertoldi, «i pensionati di oggi sono sostenuti in parte da quanto versato dagli immigrati e anche per il futuro sarà così».
 
Secondo uno studio recente, spiega ancora Bertoldi, a livello italiano «il rapporto costi benefici generali relativo agli immigrati parla di una spesa di 4 miliardi di euro annui da parte dello Stato a favore di politiche che vanno a beneficio anche degli immigrati, e di 7 miliardi di euro di contributo al Pil, con 3 miliardi di euro di beneficio netto per l’Italia». Per Bertoldi occorre quindi «cambiare le politiche di accesso: è assurdo che si debba attraversare il mare sui barconi per essere incanalati in Italia, quando di immigrazione c’è bisogno. Certo occorre gestirla non pensando di accogliere tutti ma neppure chiudendo le frontiere. Ma in modo razionale e corretto»

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