Vitalizi, gli irriducibili diffidano Avanzo Compatti gli ex consiglieri anti restituzione

di Luca Nave

Compatti, 63 tra ex consiglieri regionali e vedove si oppongono nuovamente alla restituzione di parte dei vitalizi loro attribuiti e diffidano la Regione e il Consiglio regionale dal procedere col recupero forzoso. Sull'altro fronte, la presidente del Consiglio regionale Chiara Avanzo non si scompone: «La legge regionale 4/2014 è chiara e quanto stabilito va restituito. Il Consiglio regionale ha il dovere di procedere per recuperare quei fondi e come presidente è mio compito quello di seguire ogni strada affinché la legge sia rispettata. Non saranno certo le diffide a fermare l'iter giudiziario in corso».

A inizio agosto Ugo Rossi come presidente della giunta regionale e Chiara Avanzo come presidente del Consiglio, avevano condiviso di inviare una lettera congiunta agli ex consiglieri che non avevano ancora restituito gli anticipi del vitalizio, ricevuti ma non dovuti in base al ricalcolo effettuato con la riforma del 2014. L'obiettivo era convincerli a «ravvedersi», altrimenti da settembre si sarebbe dato mandato a Trentino riscossioni di procedere con azioni coattive. Ravvedimenti non ce ne sono evidentemente stati perché, attraverso un comunicato diramato da Claudio Taverna (uno degli ex) i 63 informano che invieranno una diffida.

A Taverna abbiamo chiesto qualche chiarimento. Tutti compatti anche stavolta? «Sì. Siamo ancora di fronte al problema principale, capire se la legge del 2014 è costituzionalmente valida o no. Se il giudice dovesse ritenere che è corretta, noi come abbiamo già detto non avremo difficoltà a restituire quanto dovuto, ma siamo convinti che non lo sia. Siamo confortati dal parere dei nostri avvocati. Riteniamo che la procedura dell'ingiunzione fiscale non sia percorribile e che sia inutile moltiplicare le cause, quando il fatto fondamentale resta quello della valutazione sulla legge. Voglio ricordare che io, come la maggior parte di noi, siamo vittime di questa situazione: non siamo stati noi a chiedere qualcosa ma, al contrario, è stato il consiglio regionale a farci una proposta e ce l'ha fatta con la clausola che doveva essere irreversibile. Se era irreversibile per noi, lo deve essere anche per la controparte. Nessun contratto può essere revocato in maniera unilaterale».

Il 6 agosto, poco dopo l'annuncio sui giornali dell'invio della lettera Rossi - Avanzo, il gruppo degli ex aveva chiarito: «A suo tempo i singoli ex consiglieri avevano tempestivamente diffidato dall'attivarsi col recupero forzoso» e aveva preannunciato: «Se verrà comunicato un nuovo invito alla restituzione volontaria, si provvederà a diffidare Regione e Consiglio regionale». Avevano anche sottolineato: «Il voler procedere col recupero forzoso comporterà una sostanziale duplicazione dei procedimenti già pendenti e l'ipotesi di procedere in tal modo è la dimostrazione dell'impossibilità di dare pratica attuazione alle leggi regionali 4/2014 e 5/2014. Regione e Consiglio non vogliono attendere la decisione del Tribunale e della Corte di Cassazione».

Giungiamo dunque alla nuova puntata: gli ex si sono riuniti a Trento e a Bolzano il 27 agosto e hanno condiviso: «La rinnovata iniziativa ferragostana Avanzo-Rossi ricalca quella natalizia della sola Avanzo (lettera di invito alla restituzione, cui era seguita una prima diffida, ndr.), naufragata nel "mare magnum" dei pareri e delle consulenze legali, ma espone giunta e Consiglio a una rinnovata diffida». Specificano poi nuovamente: «Era sufficiente attendere la sentenza del giudice al quale i ricorrenti si erano rivolti. Gli ex consiglieri, nell'eventualità di esito sfavorevole, avrebbero provveduto "spontaneamente" alla restituzione». Concludono dicendo: «Qualora il recupero forzoso dovesse comunque essere attivato, i singoli ex consiglieri interessati proporranno opposizione davanti al giudice».

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