Patenti ottenute con l'inganno Sgominata una rete straniera

L'organizzazione offriva supporto via telefono durante i quiz in Motorizzazione

A servirsi di questo metodo per ottenere la patente come privatisti nelle Motorizzazioni di alcune decine di città italiane, da nord a sud del Paese, erano cittadini originari di Pakistan, Egitto, India e Cina, tra i 20 e i 40 anni, che venivano contattati attraverso un sistema di reclutamento di loro connazionali.

Altri, sempre connazionali, erano il terminale al di là dell’auricolare, per leggere le domande d’esame in video, a distanza, e fornire le risposte da un cellulare collegato all’auricolare del candidato.

A procurare il materiale elettronico era un egiziano dalla provincia di Bergamo, e pakistani, residenti nelle province di Ravenna, Carpi e Brescia, i vertici dell’organizzazione, finiti in carcere con l’accusa di associazione a delinquere e falsità ideologica di certificati o in autorizzazioni amministrative.
Si tratta di Zalgham Abbas, 33 anni, Yosk Ali, 27 anni, e Falak Sher, 30 anni.

In un mese di intercettazioni le patenti così ottenute sono state oltre 50 ed è ancora in corso il lavoro per l’annullamento amministrativo di quelle ottenute, mentre altri candidati sono stati bloccati in fragranza.

A spiegare le fasi e l’esito delle indagini sono stati oggi in questura a Trento il procuratore capo, Giuseppe Amato, e il dirigente della polizia stradale di Trento, Giansante Tognarelli, eseguite le misure cautelari chieste dal sostituto procuratore Maria Colpani ed emesse dal gip Francesco Forlenza.

Le hanno effettuate 60 poliziotti dei compartimenti della stradale di Trento, Bolzano, Milano, Bologna e Firenze, con una serie di perquisizioni che hanno permesso di sequestrare materiale elettronico, ma registri su cui sono segnate cifre e date, che sono ancora oggetto di verifiche.

«Oltre all’annullamento dei titoli ottenuti - ha spiegato il procuratore Amato - resta da verificare la destinazione delle ingenti cifre di denaro ricavate dagli organizzatori e spedite nei loro Paesi di origine, soprattutto in un momento storico come questo. E in ogni caso sappiamo che l’azione penale non si può fermare all’applicazione delle pene, ma deve puntare a recuperare i profitti di azioni fraudolente. La diffusione così capillare del fenomeno inoltre, di cui è stato informato il Servizio centrale, credo dovrà portare a innalzare il livello dei controlli in sede di esame nelle Motorizzazioni».

«Tutto è iniziato in primavera, tra maggio e giugno - ha spiegato il dirigente della stradale - quando è stato notato un anomalo flusso di stranieri residenti in altre province italiane che arrivavano a Trento per l’esame. Abbiamo iniziato l’osservazione, poi sono partite le intercettazioni e sono iniziate le conferme».

Le interviste di Marica Viganò

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Ecco il comunicato stampa diffuso stamane dalla polizia.

«La polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, richiesta dal pm della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento Maria Colpani ed emessa, in data 24 luglio 2015, dal Gip di Trento Francesco Forlenza nei confronti di 11 soggetti di nazionalità straniere resisi responsabili dei reati di cui agli artt.416, commi 1,2 (Associazione a delinquere) e 5 e 110.48. 480 (Falsità ideologica in certificati o in autorizzazioni amministrative) c.p.

60 operatori dei Compartimenti Polizia Stradale di Bolzano, Milano, Bologna e Firenze, oltre a dare esecuzione al provvedimento che prevede nr.3 custodie cautelari in carcere e nr.8 provvedimenti di obbligo di dimora, con la prescrizione di non allontanarsi, senza l’autorizzazione del giudice che procede, dal territorio del comune di dimora abituale, hanno eseguito altrettante perquisizioni domiciliari a carico degli stessi.

La complessa indagine, coordinata dalla dott.ssa Maria Colpani della Procura della Repubblica di Trento e condotta dalla Sezione Polizia Stradale di Trento, trae origine dalla segnalazione di un anomalo flusso di cittadini stranieri, soprattutto di origine pachistana, presso la locale Motorizzazione civile per sostenere gli esami per il conseguimento della patente di guida di categoria B.

Gli accertamenti posti in essere dagli specialisti della Polstrada di Trento permettevano di individuare, in diverse occasioni, cittadini stranieri che cercavano di sostenere e superare l’esame teorico per il conseguimento della patente di guida utilizzando metodi fraudolenti.

In particolare gli stranieri venivano sorpresi mentre occultavano sulla propria persona dei complessi sistemi di ripresa video e trasmissione/ricezione audio al fine di poter fraudolentemente fornire le risposte esatte ai richiesti quesiti per il superamento dell’esame.

Nella primavera del corrente anno la Sezione polizia stradale di Trento poneva in essere mirata attività tecnica, disposta dalla locale A. G. su una serie di utenze telefoniche mobili, acclarando che il fenomeno era assai complesso e ramificato sul territorio nazionale attraverso una vera e propria organizzazione criminale dedita al reclutamento dei candidati al superamento dell’esame teorico per il conseguimento della patente di guida B.

Candidati, spesso, non perfettamente a conoscenza della lingua italiana e del tutto ignari delle norme che regolano la circolazione stradale. In poco più di un mese si veniva a conoscenza di oltre 50 esami sostenuti con tali illecite modalità, con la conseguente valutazione dell’impatto che tale fenomeno può avere sulla sicurezza della circolazione stradale.

Al termine di tale complessa ed articolata indagine, accogliendo le richieste avanzate dal P. M. procedente dott.ssa Maria Colpani, il Gip disponeva l’applicazione delle misure della custodia in carcere per i promotori dell’associazione a delinquere, di origine pachistana, mentre per gli altri sodali l’obbligo di dimora con divieto di allontanamento, senza autorizzazione, dal proprio Comune.

Nel corso delle operazioni di perquisizione è stato rinvenuto numerosissimo materiale inerente l’indagine, quali piccole telecamere applicate ad indumenti indossati dai candidati a sostenere gli esami teorici della patente di guida, telefoni cellulare, computer, ricevute di versamento di denaro, denaro contante ed anche un libro-quaderno contabile in cui risultano annotate una serie di date, con a fianco indicate delle cifre di denaro, verosimilmente riferite a sessioni di esame per la patente.

Si sottolinea come i componenti del sodalizio criminoso avessero raggiunto negli ultimi anni una sorta di sensazione di impunibilità che li ha portati ad estendere la attività su numerosi capoluoghi di provincia in cui hanno sede le motorizzazioni civili competenti al rilascio delle patenti di guida, ottenute fornendo fraudolentemente le risposte alle domande ed in tal modo falsificando l’esame in cambio di un compenso variabile tra i 1500 ed i 4000 Euro ad esame.

I medesimi, nelle loro conversazioni, non facevano alcun mistero delle loro attività con commenti estremamente espliciti evidenziando però la necessità di evitare la sede di Trento in cui, invece, avevano subito diversi contraccolpi da parte delle locali forze di polizia».

 

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