Che caldo in questura: condizionatore in tilt

di Patrizia Todesco

«Se vuoi patire le pene dell'inferno, Trento d'estate e Feltre d'inverno», dice un famoso detto. Se poi a Trento vuoi proprio morire di caldo in questi giorni puoi andare in Questura. I poliziotti e il personale civile impiegato sono infatti senza condizionatore d'aria e la temperatura all'interno degli uffici ieri in alcune ore della giornata ha superato i 35 gradi. Di prima mattina, nella zona esposta a est, c'erano già più di 30 gradi. Poi il caldo è aumentato anche negli uffici esposti a sud-ovest.
Il problema sono i tre generatori che alimentano i condizionatori. Due erano già rotti da tempo, il terzo - in superlavoro in questi giorni - si è bloccato venerdì scorso. I tecnici hanno provato a metterci mano tentando di riattivarlo più volte ma l'impresa sembra piuttosto difficile. Del fatto è già stato informato il Ministero a Roma ma il problema è che i soldi, i 300 mila euro necessari per rifare l'impianto, sembrano al momento non esserci o perlomeno non in tempi così rapidi da permettere una soluzione immediata del problema. Ieri mattina c'è stato anche un incontro tra i rappresentanti sindacali e il vicario Maurizio Auriemma che in questi giorni sostituisce il questore. Un incontro non polemico, ma che ovviamente è servito per portare a conoscenza (anche se non ce n'era bisogno visto che il caldo è in tutti gli uffici) delle difficili condizioni in cui gli addetti sono chiamati a lavorare in questi giorni.
Va detto che a sfavore degli uffici della questura gioca anche il tipo di costruzione realizzata. Fino a quando gli uffici erano nel vecchio edificio di piazza Mostra con i grossi muri che proteggevano dal sole il caldo, salvo che nel sottotetto, era tollerabile. In viale Verona, invece, le lamiere attirano in maniera impressionante i raggi creando un effetto serra difficilmente sopportabile. Chi al mattino e chi al pomeriggio, di fatto nessun ufficio viene risparmiato.
La questione del cattivo funzionamento dell'impianto di condizionamento era già stata sollevata più di un anno fa dal personale. Con i guasti a due dei tre impianti, era stato sottolineato che prima o poi l'intero sistema di condizionamento dell'aria avrebbe potuto lasciare a piedi. Nessuno però si è mosso. È cambiato il questore, è cambiato il vicario e ora i due nuovi vertici si sono trovati con la patata bollente (è proprio il caso di dirlo) in mano. Lunedì, dopo il blocco di venerdì, i tecnici avevano sperato dopo che l'impianto era ripartito, ma meno di un'ora dopo era già fermo. Stesa cosa ieri. Ora in viale Verona attendono la risposta del Ministero ma è probabile che prima dei lavori arrivi la pioggia a mitigare la temperatura negli uffici. Ieri, intanto, per sopravvivere, in molti uffici sono arrivati i ventilatori. Ma anche qui non si è potuto esagerare perché il rischio era che saltasse la corrente per un sovraccarico di apparecchi attaccati. Al personale non è rimasto quindi altro che soffrire. 

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