Valdastico, cresce il fronte dei contrari

Il fronte del no alla Valdastico in Valsugana cresce di ora in ora. Ieri mattina, lungo la provinciale, all'altezza della rotatoria all'ingresso di Caldonazzo è comparso uno striscione (arrivato in prestito da Besenello) davvero eloquente: No Valdastico Nord. Dopo la decisa presa di posizione del sindaco Giorgio Schmidt, l'altra sera è uscito allo scoperto anche il neo-costituito «Comitato No Valdastico a Caldonazzo». Lo ha fatto con una protesta pacifica durante la convention dell'altra sera del Patt al teatro Sanbàpolis a Trento. In poche ore sono più di 600 i «mi piace» arrivati sulla pagina Facebook. Non esiste un portavoce, tutto è ancora «work in progress» ma è solo questione di tempo. Fioccano le adesioni, da Caldonazzo così come da tutta la Valsugana, dai tre paesi della conca della Vigolana e dalla valle del Centa. «L'aria che tira è veramente brutta - ci ricordano alcuni dei promotori - e nei prossimi giorni ci troveremo per programmare le attività future». Il mondo contadino della zona è in fibrillazione per una ipotesi che, a tutt'oggi, prevede la costruzione di uno svincolo della Valdastico a 100 metri dal paese. La zona precisa sarebbe nei pressi della zona industriale, a poche decine di metri di distanza dai pozzi dell'acquedotto comunale. Anche la galleria sotto Calceranica potrebbe creare qualche problema alle falde acquifere della zona. Con i contadini anche il mondo politico locale si sta mobilitando: dal Pd al Patt (lo stesso partito del presidente Rossi) con tanti cittadini impegnati in un tam-tam mediatico per evitare l'ennesimo scempio ambientale in Valsugana. «Oggi Caldonazzo dà il nome al lago, tra qualche anno sarà un paese più conosciuto per lo svincolo della Valdastico. Di bene in meglio. Le stime parlano che circa un terzo del traffico pesante della Serenissima sarà spostato su questa nuova autostrada: qualcosa come 30 mila veicoli pesanti al giorno arriveranno in Trentino dopo una salita di oltre 20 chilometri».

Il 21 settembre del 2010 il consiglio comunale di Caldonazzo aveva approvato una mozione in cui si legge come «lo sbocco dell'autostrada nella piana di Caldonazzo sarebbe assolutamente devastante per tutto il nostro territorio, per l'impatto paesaggistico con un deturpamento inimmaginabile dell'ambiente e del pregiato territorio agricolo; uno sbocco, inoltre, devastante per le politiche turistiche della Valsugana, improntate sulla fruizione open-air del territorio». Il documento è stato approvato all'unanimità ed impegnava il sindaco «ad opporsi a qualunque ipotesi di realizzazione della Valdastico sul proprio territorio ed a manifestare con fermezza la posizione ufficiale dell'Amministrazione Comunale in tutte le sedi Ufficiali al fine di tutelare la popolazione locale e il suo territorio». Schmidt l'ha fatto e ora può contare anche sul sostegno di un comitato che martedì 14 luglio scenderà in piazza. Lo farà a Trento, in occasione della prossima seduta del Consiglio Provinciale. Una prima prova di forza. «Rossi ha detto che non si fa più la Valdastico che il Veneto chiede da 40 anni - si legge nella pagina del comitato - ma una viabilità che risolverà i problemi della Valsugana. Rossi parla di soluzione di problemi, ignorando che il problema traffico sarà spostato nella Valle del Centa e sarà incrementato! Per non parlare del problema inquinamento dei camini di sfiato lungo il tracciato della A31. La musica che sta suonando la Provincia - concludono i promotori del comitato - è chiara, dobbiamo vigilare e essere tutti uniti. Siamo delusi dal presidente Rossi e dalla volontà politica di ignorare i problemi del nostro territorio. Ora sarà battaglia!».

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