Prostituta costretta a rapporto non protetto, condannato per violenza sessuale

Un pakistano di 46 anni è stato condannato per violenza sessuale ai danni di una prostituta. La povera donna sarà anche stata una professionista del sesso, ma saggiamente non accettava prestazioni sessuali non protette. Invece l’imputato avrebbe obbligato la prostituta ad un rapporto senza preservativo. L'uomo, difeso dall’avvocato Romina Targa, è stato condannato ad 1 anno e 4 mesi di reclusione con con l’attenuante del fatto di lieve entità. Il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione. Alla vittima, costituita parte civile con l’avvocato Elena Biaggioni, è stato riconosciuto un risarcimento danni di 5 mila euro.

Sullo sfondo di questo procedimento penale c’è una triste storia di povertà. La prostituta, 32enne romena, lavorava in Trentino con una sorta di “part-time” verticale. In Italia veniva per brevi periodi per raccogliere il denaro necessario per mantenere a casa i figli. Il modo più rapido per guadagnare il denaro era prostituirsi cercando di risparmiare tutto il possibile (al punto che la poveretta dormiva nell’area ex Sloi). Quando aveva raccolto un piccolo gruzzolo la donna tornava in Romania dove vivono i suoi 5 figli e cui è legatissima, al punto da essersi fatta tatuare i loro nomi sulle spalle.

L’episodio risale all’inverno scorso. L’uomo aveva caricato la prostituta in via Maccani accordandosi per una prestazione. Ma anziché appartarsi per consumare il rapporto concordato, l’imputato aveva costretto la giovane a seguirlo fino alla sua abitazione: una volta in casa, il 46enne aveva segregato in casa la ragazza costringendola ad una prestazione non protetta.

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