Trento sia a misura di giovani Dibattito (senza Andreatta) al Café de la Paix

di Lorenzo Basso

Sicurezza e recupero delle aree degradate, sostegno alle attività commerciali e agevolazioni per i cittadini in difficoltà, lotta alla speculazione immobiliare e nuove occasioni di incontro e aggregazione per i più giovani. Sono queste alcune delle idee emerse nel pomeriggio di ieri, in occasione di un confronto tra quattro dei cinque candidati sindaci alle ormai prossime elezioni comunali di Trento. Di fronte ad un pubblico composto da una cinquantina di persone, gli esponenti di partiti e coalizioni in lizza per la poltrona di primo cittadino, tra i quali mancava il candidato del centrosinistra Alessandro Andreatta, unico assente, hanno espresso a turno la propria visione per una città più vivace, adeguata alle aspettative di una popolazione in età universitaria e attenta alle esigenze dei cittadini più attivi in ambito sociale e culturale.


Il confronto, tenutosi all'aperto nel piccolo spiazzo di passaggio Osele, poco distante da piazza della Mostra, è stato organizzato dall'associazione Café culture con l'obbiettivo di promuovere il dibattito sulla vivibilità di Trento, a pochi giorni dall'annunciata chiusura di uno dei circoli maggiormente frequentati del centro storico: il Cafè de la paix. Alla discussione, caratterizzata da una presa di posizione comune dei candidati presenti contro l'operato dell'amministrazione uscente in tema di politiche giovanili, sono intervenuti Claudio Cia (coalizione di centrodestra), Paolo Negroni (Movimento 5 stelle), Paolo Primon (Popoli liberi) e Antonia Romano (L'altra Trento a sinistra).


Prendendo le mosse dal problema della sicurezza e della carenza di luoghi di aggregazione giovanile - nonché dalla denuncia di una «repressione delle iniziative culturali» effettuata, secondo la portavoce dell'associazione organizzatrice Francesca Quadrelli, dalla Giunta comunale presieduta da Andreatta - il confronto si è svolto in un clima sereno, a volte anche scherzoso, in cui i candidati hanno avuto modo di condividere liberamente le proprie opinioni e di delineare le rispettive priorità politiche. Così, se Primon si è detto subito pronto a dare la parola ai giovani, stimolandone la partecipazione all'amministrazione del capoluogo, Cia ha voluto evidenziare come, a suo giudizio, siano necessari strumenti in grado di coinvolgere l'intera popolazione in un percorso di valorizzazione dei beni comuni. Dal canto suo, Negroni ha voluto suggerire l'utilità di un censimento degli edifici comunali sfitti o abbandonati da mettere a disposizione dei cittadini, mentre Romano ha rilevato l'esigenza di tenere conto anche del bisogno di quiete delle persone più anziane.


La discussione - in cui i consueti attriti tra esponenti politici hanno lasciato spazio a scambi pacifici e, spesso, uniformi nelle opinioni - è proseguita poi con riferimenti all'asilo occupato di via Manzoni (in cui ognuno dei presenti a prospettato una soluzione ideale del problema), alle varie situazioni di degrado urbano e ad altri aspetti della vita civile cittadina.

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