Offese al bar, il gestore si difende «Era solo una goliardata»

Ammette che voleva essere una goliardata e soprattutto puntualizza che quel foglietto non avrebbe dovuto andare in giro, che è stato un caso che una delle dirette interessate lo abbia visto e che quindi sia scoppiato il finimondo. Le tre «vittime» ieri sono state bersagliate di messaggi di amici e conoscenti, molti dei quali le incoraggiavano ad andare a avanti. Altri, invece, ritengono la querela eccessiva soprattutto perché quel foglietto avrebbe dovuto rimanere solo nelle mani del barista se l'occhio lungo di una delle donne non avesse intercettato con lo sguardo una delle offese incriminate. Il barista finito sotto accusa e denunciato cerca di difendersi e per far fronte alle possibile conseguenze ieri pomeriggio ha incontrato il suo legale.


Perché quel biglietto?
Non c'è un perché, è che loro sono poi partite in quarta.
Come non c'è un perché? Solitamente non è che una persona insulta altre senza un motivo.
Voleva essere una goliardata, nulla di più. Non c'è una spiegazione e nessun fine.
Scusi, ma è una prassi che lei anziché scrivere il numero di tavolo etichetta i suoi clienti in modo piuttosto colorito?
Mai accaduto. L'ho scritto così, senza pensare a cosa stavi facendo. Non volevo insultare nessuno. È stato solo un grande malinteso. Ho anche tentato di scusarmi ma non ne vogliono sapere. Ora aspetto di vedere cosa mi dice il mio avvocato. Gestisco il locale da un anno e io di anni ne ho 50, quindi sono praticamente coeateno di quelle donne. Che motivo avrei avuto di offendere?

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