Sanità, ecco i ticket su farmaci e «specialistica»

La Provincia introdurrà il ticket sanitario aggiuntivo su ogni singola ricetta per i farmaci e per le visite specialistiche. L'obiettivo è di incassare circa dieci milioni di euro: il Trentino era rimasto tra le poche realtà a non applicare il ticket aggiuntivo rispetto a quello nazionale e l'Azienda sanitaria sta già realizzando delle simulazioni sui criteri da attuare. L'assessore Donata Borgonovo Re assicura che i sacrifici non risulteranno uguali per tutti: «I tagli nella sanità non saranno lineari: cercheremo di intervenire con intelligenza e il meno possibile»

rossi borgonovoLa Provincia di Trento, a differenza di quasi tutte le altre Regioni italiane, compresa la vicina Provincia di Bolzano, era riuscita a evitare fino a quest'anno l'introduzione dei ticket aggiuntivi a quelli nazionali sulla sanità. Ma come annunciato lunedì dal governatore Ugo Rossi, al termine della riunione di giunta nella quale si è cominciato a parlare della prossima legge finanziaria, dal 2015 anche la ricca Provincia autonoma, che è sempre meno ricca, chiederà ai cittadini una compartecipazione ulteriore per pagare la spesa sanitaria.

 

L'idea è quella di introdurre i nuovi ticket sulla spesa farmaceutica, applicandoli a ogni singola ricetta, meno probabile che a questo si sommi un ticket anche per ogni confezione di farmaco, come altre Regioni invece hanno scelto di fare. Un secondo ticket sarà invece introdotto sulle prestazioni specialistiche (ad esempio Tac, Pet, visite specialistiche, chirurgia ambulatoriale). Sulle modalità però la giunta sta ancora discutendo. «L'Azienda sanitaria - spiega l'assessora alla salute Donata Borgonovo Re - sta facendo delle simulazioni per quanto riguarda la misura di questi ticket, a chi saranno applicati e in base a quali criteri. Ci sono varie opzioni sul tavolo. L'obiettivo comunque è quello di riuscire a incassare dall'introduzione dei ticket circa  10 milioni  di euro».


Il decreto legge 98/2011 del governo Berlusconi, la famosa «manovra estiva» di luglio con le prime misure per tentare di risanare i conti dello Stato su indicazione dell'Europa, aveva tra le varie cose reintrodotto il ticket sanitario di  10 euro  sulle visite specialistiche lasciando però la facoltà alle Regioni di non applicarlo o trovare modulazioni diverse. La Provincia di Trento allora e fino ad oggi era riuscita a evitare di aggiungere questo ticket, così come quello sui farmaci, ma ora che la spesa sanitaria continua a lievitare per l'invecchiamento della popolazione, mentre il bilancio continua a restringersi e sono richieste misure di razionalizzazione e riorganizzazione dei servizi perché l'obiettivo è quello di mantenere la spesa per la sanità intorno a  1.169.000.000  euro nel 2015 quindi più o meno al pari di quest'anno, ma una mancata previsione di aumento della cifra destinata alla sanità, che rappresenta un quarto del bilancio della Provincia, si traduce di fatto in un taglio, visto che le spese aumentano di anno in anno naturalmente almeno intorno al 2-3%, quindi si dovrebbero mettere a disposizione almeno altri 35 milioni.


L'assessore Borgonovo Re però assicura che «per la sanità non si ragionerà sulla base di tagli lineari ma interverremo con intelligenza». E i ticket saranno applicati sulla base di indicatori di reddito o situazione economico patrimoniale (Icef che è in via di ridefinizione): «La Corte costituzionale ha sancito che la gratuità dei servizi sanitari è necessaria solo nei casi di indigenza, mentre è legittimo chiedere una compartecipazione sulla base di criteri di equità sociale. Su sanità, sociale e scuola comunque cercheremo di incidere il meno possibile».

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