Nosio, bilancio frizzante da 116 milioni Vendite +4,7%, il Rotari Trentodoc vola: +12%

di Francesco Terreri

Record storico di fatturato e utile di Nosio spa, la subholding del gruppo Mezzacorona per la commercializzazione e gli investimenti. Nell'esercizio chiuso il 31 luglio scorso le vendite salgono del 4,7% a 115,9 milioni di euro. Tira l'Italia col +7% ma il resto del mondo copre l'85% dei ricavi e la crescita è diffusa, dagli Stati Uniti alla Cina. Il prodotto trendy sono le bollicine: si brinda con 2 milioni di bottiglie di spumante Rotari Trentodoc, pari a 11,8 milioni di fatturato in crescita del 12%. L'utile netto sale del 10% a 3,4 milioni. Ai 490 soci arriva un dividendo di 9 euro per azione, 2,7 milioni in tutto, cioè, su un valore di 332 euro per azione, un rendimento del 3,3% al lordo delle imposte e del 2,5% al netto. 

Il bilancio 2017-2018 di Nosio è stato approvato ieri dall'assemblea dei soci al PalaRotari. Alla presentazione, la prima dopo che Fabio Maccari ha lasciato la cantina trentina per un nuovo incarico imprenditoriale alla Salov di Lucca (olio), c'erano il presidente Luca Rigotti , il nuovo direttore generale del gruppo Mezzacorona Francesco Giovannini e il nuovo direttore di Nosio Stefano Fambri . «Entrambi in azienda da oltre vent'anni - ricorda Rigotti - Valorizzare le risorse umane interne è un nostro punto di forza».
«Non possiamo che essere soddisfatti tenuto conto dei problemi meteo e della scarsa produzione di uva del 2017 - afferma Rigotti - Il merito va ai 136 collaboratori. Nosio è solida come tutto il gruppo. Il patrimonio netto ha raggiunto gli 81,3 milioni in ulteriore crescita rispetto agli 80,7 dell'anno precedente». A fronte dell'aumento del patrimonio calano i debiti, che ormai, al netto della liquidità, sono scesi a 39,9 milioni, 4 milioni in meno dell'anno prima. 

«La vendemmia scarsa dell'anno scorso ha portato ad un rialzo dei prezzi e questa è una delle componenti della crescita - spiega il direttore di Nosio Fambri - Ora invece, con la vendemmia abbondante di quest'anno, abbiamo preoccupazioni di segno opposto, oltre al clima geopolitico difficile». Il mercato nazionale si sta riprendendo: le vendite in Italia crescono di oltre il 7%, in parte nella grande distribuzione, in parte nell'horeca (hotel e ristoranti). Negli Usa la controllata Prestige Wine Imports fattura 60 milioni di dollari, in aumento del 2%. In Germania Bavaria Wein Import è a 13 milioni di euro, +3%. 

«Nel complesso la crescita è omogenea - osserva Fambri - Per quanto riguarda la Cina, siamo entrati con l'ecommerce di Alibaba ma ora ci stiamo consolidando, il mercato è complesso, ci sono anche ostacoli culturali, occorre trovare canali diversi. La Russia invece sta spingendo bene, nonostante la svalutazione del rublo che alza i prezzi in valuta locale». Restano presidiati altri mercati importanti, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia, dall'Est Europa all'Estremo Oriente. 

«Nel 2019 la promozione sui mercati esteri sarà sostenuta dall'Ocm vino - sottolinea il dg di Mezzacorona Giovannini - Abbiamo ottenuto complessivamente circa 2 milioni di contributi per azioni promozionali. A livello provinciale 120 mila euro, cioè 240 mila euro di impegno complessivo, per il Canada. Nella classifica nazionale 1,8 milioni, cioè 4,5 milioni complessivi, dedicati per il 95% a Usa e Canada e per il resto a Cina e Giappone». Per quanto riguarda la guerra dei dazi, non colpisce direttamente il vino. In qualche caso addirittura aiuta. «L'amministrazione Trump ha ridotto i dazi sulle importazioni di società Usa - spiega Giovannini - C'è stata quindi una forte riduzione di tassazione per la nostra Prestige Wine».
Sui vari mercati, sempre più richieste le bollicine. «Il Trentodoc è il biglietto da visita della viticoltura trentina» rimarca Giovannini. «Sulla qualità ci siamo - sottolinea Rigotti - Ora dobbiamo farlo conoscere di più all'estero».

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