Vendemmia, l'uva torna d'oro 12 varietà sopra i 100 euro/q

di Francesco Terreri

L’aumento del liquidato Cavit alle cantine socie non è un caso isolato. Quest’anno tornano le uve d’oro: le remunerazioni dei produttori per la vendemmia 2016, commercializzata nel 2017, si rivelano in media del 7% più elevate dell’anno scorso, quando invece erano rimaste praticamente ferme se non in calo. Su 24 varietà di uve bianche e rosse di cui la Camera di Commercio rileva le remunerazioni, quelle che vedono il prezzo massimo superare i 100 euro al quintale passano da 9 a 12.

La vendemmia di quest’anno, invece, è stata scarsa: in Trentino si stima un 20% in meno di quantità, anche se un’ottima qualità. Di conseguenza i prezzi salgono e anche di parecchio. Nella rilevazione di inizio ottobre, sempre a cura della Camera di Commercio, le quotazioni all’ingrosso dei principali vini e spumanti crescono in media dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2016.

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L’ente camerale rileva gli acconti e i saldi percepiti dai coltivatori sulla base dei contratti di compravendita fiduciaria delle uve e graspati a prezzo aperto. Nella vendemmia 2016 la produzione maggiore è stata quella del Pinot Grigio, pari a 359.173 quintali, il 31% dell’intera raccolta di uve. Già da due anni il Pinot Grigio ha sorpassato lo Chardonnay, storica uva leader che si attesta a 327.355 quintali, poco più del 28% del totale.

La remunerazione del Pinot Grigio Doc è andata quest’anno da un minimo di 95 euro (+5,6% sull’anno precedente) ad un massimo di 130 euro al quintale, come l’anno scorso. Ma la quotazione del Pinot Grigio Igt, mentre è partita la nuova Doc delle Venezie che coinvolge anche il Trentino, vola dell’8,3% per i valori minimi, saliti a 65 euro, e del 7,1% per i massimi, a 75 euro. L’uva Chardonnay Doc cresce invece del 7,4% nei valori minimi, cresciuti a 73 euro, e del 5,6% nei massimi a 95 euro.

Tra le tredici varietà di uve bianche prese in esame dalla Camera di Commercio, crescono nei valori massimi soprattutto il Müller Thurgau Igt (+10% a 55 euro), lo Chardonnay Igt (+9,1% a 60 euro), il Riesling (+8,3% a 130 euro), il Nosiola (+7,5% a 100 euro). Il Trento Doc sale nei valori massimi da 120 a 125 euro al quintale (+4,2%).

Ancora più accentuati gli aumenti delle quotazioni delle uve rosse. Il Teroldego Rotaliano sale ad un massimo di 120 euro con una crescita del 9,1%, mentre il Teroldego Doc arriva a 80 euro col +6,7%. Nel complesso si tratta della varietà rossa più prodotta nel 2016 con 76.673 quintali pari al 6,6% del totale.

Molto più forte il balzo del Merlot, seconda produzione trentina con 59.396 quintali, pari a poco più del 5% del totale delle uve prodotte. Il Merlot viene remunerato da un minimo di 60 euro, in crescita del 20%, ad un massimo di 80 euro, in aumento del 14,3%. Arrivano di slancio ai 100 euro al quintale il Lagrein (+14,9% rispetto all’anno prima) e il Marzemino, che tocca i 105 euro col +10,5%. Sempre elevatissimo il prezzo del Pinot Nero Doc e della base spumante per il Trento Doc: da 120 a 165 euro al quintale, in crescita del 3%.

Quest’anno invece, a seguito di pesanti eventi meteo come gelate e grandinate, le uve raccolte in Trentino dovrebbero scendere sotto il milione di quintali, il 20% in meno degli 1,15 milioni del 2016. I prezzi ne stanno già risentendo. L’incremento maggiore è quello del Pinot Bianco Trentino Doc, salito del 18,8% rispetto a un anno prima. Ma anche lo spumante Trento Doc viaggia sul +15%.

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