Lavoro, i salari sono cresciuti molto di più della produttività

Lo afferma il centro Studi di Confindustria

Retribuzioni reali superiori all'inflazione. Quota del valore aggiunto destinato al lavoro ai massimi storici dagli anni Settanta. Peccato che nessuno se ne sia accorto. Colpa della crisi e delle tasse che «hanno reso poco percepiti gli aumenti» in busta paga. Lo afferma il centro Studi di Confindustria nella sua ultima nota dove evidenzia nel settore manifatturiero un aumento del 4,6% delle retribuzioni reali negli ultimi 3 anni. Tuttavia a fronte di una retribuzione lorda di 40.150 euro il percepito in busta paga è di 20.057 euro, meno della metà.

L'argomento è cruciale per Confindustria impegnata in un difficile confronto con i sindacati alla ricerca di un nuovo modello di contratto collettivo che l'associazione industriale vorrebbe con stipendi non legati automaticamente all'inflazione programmata e legati direttamente alla produttività.

Nel dettaglio il costo annuo sostenuto dal datore di lavoro per un dipendente italiano con retribuzione media era, nel 2014, pari a 40.150 euro, di cui 29.328 di retribuzione lorda e 10.822 tra contributi Inps e Inail, accantonamenti Tfr e costo di eventuale welfare aziendale. Il lavoratore, invece, ha percepito in busta paga 20.057 euro, al netto di 6.487 euro di imposta sul reddito (comprensiva delle addizionali) e di 2.783 euro di contributi versati all'Inps.

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