Mobilità sociale, conta la classe e non il gruppo etnico

di Federico Uez

«La mobilità sociale è una questione legata in particolare alla classe sociale delle persone, piuttosto che al gruppo etnico di appartenenza». Queste le parole della docente universitaria Lucinda Platt, esperta di tematiche legate all’immigrazione.
 La sociologa sottolinea una premessa: è importante considerare che la mobilità sociale può tendere verso l’alto o verso il basso, quindi diventare non sempre un evento positivo.
 Per comprendere tale fenomeno riguardo le seconde generazioni di persone immigrate, è fondamentale, sottolinea la Platt, comprendere il background socio-economico, la loro storia migratoria, il contesto del paese di partenza e di quello d’origine, tutto ciò perché questo background parentale è una delle implicazioni principali sul futuro e la mobilità dei figli. 
La Platt ha concluso evidenziando come per le prime generazioni di migranti la mobilità sociale rispetto ai paesi d’origine sia aumentata, mentre per le seconde generazioni no c’è «protezione» rispetto a una possibile mobilità sociale in negativo. L’istruzione rimane tuttavia fondamentale per  avere successo e una maggiore riproduzione sociale  nei gruppi etnici minoritari.

 

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