Autor: «I robot non sostituiranno mai il lavoro umano»

I robot non sostituiranno mai il lavoro umano, ma anche se ci riuscissero non sarebbe necessariamente un male. David Autor, MIT, è convinto che alcune attività umane sono troppo complesse per poter essere replicate da una macchina. I computer sono molto veloci e molto più bravi di noi nel fare calcoli e nel risolvere i problemi della logica formale.

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Sebbene non vi sia una concreta possibilità della scomparsa del lavoro umano nel breve periodo, la presenza di macchine nei luoghi di lavoro ha comunque un grosso impatto. Alcune professioni sono quindi destinate a scomparire, ma non si tratta delle professioni meno qualificate come si sarebbe portati a pensare.

Qualunque essere umano ha le capacità per aspirare in una stanza o svuotare la lavatrice, ma per una macchina questo è molto difficile. Ci sono capacità umane sviluppate tramite l'evoluzione che sono molto complesse e svolgiamo senza sapere esattamente come funzionano, perché non sono frutto del nostro intelletto. Insegnare qualcosa che non si conosce è un'impresa quasi impossibile. La sfida per i ricercatori che si occupano di intelligenze artificiali è cercare di far inferire ai computer quali siano le regole che si nascondono dietro a queste azioni tanto facili per noi da svolgere, quanto difficili da spiegare ad un computer che di fatto non ragiona. Non è detto che sia impossibile, ma per ora si tratta di fantascienza.

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La conseguenza è che i lavoratori meno qualificati, anche alla luce del fatto che sono molto numerosi e quindi più economici di una macchina, insieme ai professionisti verranno resi più efficienti dall'integrazione della tecnologia. A soffrirne saranno tutti quei lavori che richiedono una media capacità cognitiva e che son spesso dettati da routine, portando ad un problema di equità e di redistribuzione delle risorse.
La soluzione proposta è un aumento degli investimenti in istruzione di alto livello per mettere a frutto le capacità cognitive tipicamente umane.

In ogni caso la prospettiva di un mondo senza lavoro in cui le macchine producono tutto ciò che ci serve pone dei problemi, ma che paragonati alla situazione attuale di risorse scarse sono preferibili.

di Simone Basso

Studente universitario che partecipa all'iniziativa Adige/Vodafone

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