Uguaglianza globale, Rodrik è ottimista

Raggiante ottimismo quello di Dani Rodrik su uno dei temi più insidiosi dei nostri giorni: "Uguaglianza globale e le disuguaglianze nazionali". Secondo il celebre economista, alle disuguaglianze tra gli Stati Nazione si deve rispondere con una "globalizzazione regolata" che consenta la circolazione della ricchezza e del benessere. Nel periodo successivo alla Rivoluzione industriale le "global inequality" sono andate crescendo. E solo nelle ultime due decadi questo divario sembra essersi ridotto. Principale protagonista di questa ripresa è la Cina. Esportazioni implementate, classe media supportata e tutelata, politiche che cavalcano l'onda dell'abbattimento delle frontiere.

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Ma attenzione, per ridurre la forbice tra stati e riattivare la scala mobile sociale non si deve puntare più sul capitale finanziario bensì sul capitale umano. Per Rodrik sono i lavoratori i veri motori di questo cambiamento. Circolando per un mondo ormai privo di barriere fisiche, devono far propri i modelli positivi delle società avanzate così da  importarli nei propri paesi di origine, e consentirne il progresso. Mobilità dei lavoratori è dunque l'endiadi che dovrebbe comparire nella agenda degli Stati, che siano home state o host state.

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Spontanea sorge la domanda del pubblico: come realizzare tale progetto se fenomeni come il contrabbando di uomini  e il caporalato nel c.d. lavoro nero imperversano nella nostra realtà contemporanea?

di Alessia Bolognese 

Studentessa universitaria che partecipa all'iniziativa Adige/Vodafone

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