Hendren: «La mobilità sociale? Dipende dalla città nella quale vivi»

L'America si è svegliata dal suo "sogno": oggi negli Usa la possibilità di crescere nella scala sociale non è più un dato di partenza, una possibilità data a tutti indipendentemente dalla propria condizione di reddito, appartenenza etnica o cultura. No, dipende da dove si è nati, dal luogo dove si vive, e da altri fattori quali la struttura familiare, il livello di segregazione razziale, la qualità del sistema di istruzione, il capitale sociale. A disegnare la nuova mappa americana è Nathaniel Hendren, giovane economista ad Harvard impegnato a studiare, con occhi da scienziato, i fattori che influenzano la mobilità intergenerazionale. La sua tesi è che tale mobilità è legata al contesto fisico, ai luoghi. Tesi ripresa dal NYT che ha pubblicato una mappa interattiva degli Usa basata sugli studi di Hendren, intervenuto oggi al Festival, introdotto dal giornalista de La Stampa Stefano Lepri.  

L'analisi di Hendren parte dalla constatazione, suffragata da dati riguardanti ben 40 milioni di bambini americani, che negli USA ci sono variazioni molto mancate nella percentuale dei bambini che possono salire alle fasce alte. La media è 7,5 per cento di probabilità, ma la percentuale varia dal 4 al 16 per cento. La parte occidentale ha una media del 10 per cento, viceversa alcune città del sud hanno una probabilità assai più bassa. Un bambino nato ad Atlanta ha metà possibilità di salire nella scala sociale di uno nato a Boston. Da cosa dipende? Non solo dal reddito della famiglia, spiega Hendren, ma soprattutto dalla città in cui si vive, le cui caratteristiche finiscono per avere un impatto sulle famiglie. La prova è fornita dallo studio sugli effetti, in termini di crescita del reddito e di "scalata" sociale, prodotti dal trasferimento delle famiglie in altre città diverse da quelle d'origine. Con una importante differenziazione tra i bambini che si trasferiscono giovanissimi (9 anni) e quelli adolescenti, laddove le maggiori possibilità di mobilità sociale sono riservate ai primi. Ma quali sono le caratteristiche che fanno di una città un luogo a maggiore o minore possibilità di mobilità sociale? Hendren individua alcune caratteristiche principali: la segregazione in termini reddituali e razziali, ad esempio: "Le zone a maggiore mobilità sono quelle dove ricchi e poveri vivono accanto. Il problema non è però essere ricco o povero, in tutti gli USA dove ci sono disuguaglianze più marcate persiste una mobilità bassa. Sono le disuguaglianze nella fascia media che svolgono un ruolo importante. È questo che fa sì che le caratteristiche legate al posto siano importanti. Altra caratteristica è la qualità del sistema di istruzione ("Dove è migliore c'è più mobilità"), ed ancora la solidità della struttura familiare ("Dove ci sono più famiglie monoparentali la mobilità è più bassa, anche se va specificato che nelle famiglie con due genitori la mobilità è superiore solo là dove c'è una maggiore presenza di famiglie biparentali"), infine il capitale sociale, inteso come impegno civile, tasso di criminalità, partecipazione alla vita sociale, ecc...

Potrà sorprendere, ma la cosa spiega l'approccio pragmatico di Hendren, sapere che anche la presenza di sale da bowling è un indicatore del grado di mobilitá intergenerazionale. La domanda allora è: quali politiche possono essere messe in atto per favorire la mobilità verso l'alto? Migliorare i quartieri? "Non c'è una correlazione chiara, ma nelle aree di grande povertà - spiega Hendren - la cosa può funzionare. Anche i sussidi per la residenza popolare possono migliorare la mobilità verso l'alto ma questo vale solo nel breve periodo e per un numero limitato di persone. Nel lungo periodo conta l'emancipazione delle aree più povere, la loro uscita dalla povertà. L'analisi di Hendren può in parte essere applicata anche al "caso Italia", dove si riscontra un maggiore tasso di mobilità sociale al nord che non al sud. Ma che dire del Trentino, dove - annota Lepri - c'è una bassa mobilità pur essendoci qui redditi più alti? Una domanda aperta.

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