Nowotny: «Concetto di talento in Italia si sta sempre più affievolendo»

«La cucina italiana vince perché non facciamo vincere anche la ricerca?». Una frase emblematica quella pronunciata da uno dei membri fondatori del Consiglio Europeo della Ricerca Helga Nowotny che racchiude tutte le parole rivolte alla platea presente nell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza. Il tema della ricerca in Italia ha sempre creato un forte contrasto ai “piani alti” ma, per fortuna, non tutto ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo si deve buttare.

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Helga Nowotny si presenta al Festival dell’Economia di Trento per trattare il tema della mobilità e analizzarlo sotto diversi punti di vista: sociale, geografica e intellettuale ruotando intorno a quel concetto di talento che in Italia si sta sempre più affievolendo e fa dirigere le Nostre “grandi menti” verso altri confini. “Nei sistemi accademici, i giovani che si lanciano nella scienza sono motivati dalla curiosità e dalla passione ma è importante che questo sforzo si traduca in finanziamenti”, afferma la Nowotny che sottolinea, inoltre, la necessità di trovare un equilibro tra la concorrenza e riconoscimento stressando sul concetto di peer review.

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Un concetto, come definisce la stessa Nowotny, non troppo conosciuto nel mondo accademico e tale ignoranza conduce, molte volte, alla frode scientifica e rammaricata afferma: “Come scienziati, non abbiamo alternativa”. Poi incalza e dice: “I giovani ricercatori devono essere in grado di trovare finanziamento, ma tutti devono essere trattati con gli stessi criteri e si devono seguire tutti i passi del peer review”.

 

La professoressa emerita di Studi Sociali della scienza presso ETH di Zurigo mostra alcuni dati veramente sconcertanti riguardo coloro che decidono, dopo una Laurea Magistrale, di continuare gli studi: solo lo 0,45% dei Ph.D. diventa professore ordinario e sottolinea, inoltre, la facilità di fare carriera scientifica dipende dal luogo in cui si vive poi ammette: “Sicuramente la canzone Forever Young di Bob Dylan non si riferiva ai PhD!”.

 

Helga Nowotny conclude il suo discorso definendo l’Italia come un paradosso: “Il sistema dell’istruzione è ottimo (177 persone nel 2014 sono riuscite a trovare un posto all’estero nella ricerca) ma l’Italia non è in grado di trattenerle e non attira. Cosa bisogna fare? Flessibilità burocratica dando alle persone migliori di ottenere i migliori posti di lavoro. Sostituire la scala gerarchica con gerarchie piatte: deve essere importante cosa si dice non chi lo dice. Bisogna creare una cultura di conseguenza e migliorare le condizioni del mondo universitario così da attirare i migliori laureati in Italia”.

di Marco Califano

Studente universitario che partecipa all'iniziativa l'Adige/Vodafone

 

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