Montagna / L'allarme

"Il cambiamento climatico colpisce le montagne, riflettiamo su nuove regole"

Dopo la tragedia sulla Marmolada, l'appello del presidente dell'Unione nazionale enti montani, Marco Bussone, che ricordando le vittime della valanga invita le istituzioni a ragionare su accesso e fruizione in alta quota

LA VALANGA Marmolada, fra i dispersi Davide Carnielli di Fornace e Liliana Bertoldi di Levico

TORINO. "La tragedia della Marmolada impone di ricordare i morti e unirci tutte alle famiglie di chi non c'è più. Le montagne sono fragili e vi è bisogno di una attenta riflessione sull'accesso e sulla fruizione al tempo del cambiamento climatico".

Ad affermarlo, in una nota, è Marco Bussone, presidente dell'Uncem (Unione nazionale comuni, comunità enti montani), a proposito del tragico crollo sulla Marmolada, che ha causato almeno sette vittime, otto feriti e 13 dispersi, domenica.

"Con il permafrost che si scioglie e i distacchi di roccia che sono sempre più frequenti - aggiunge - non basta raccomandare prudenza quando si fanno escursioni sotto i saracchi. Occorre ragionare sulle regole. Se le regole che ci sono, siano o meno adeguate. 'Come si è sempre fatto', come si è sempre andato in montagna, non funziona più. Vanno messi precisi limiti e anche restrizioni alla fruizione. In certe aree complesse, in certi periodi dell'anno, non si va. E non si può andare. Se la montagna non è un parco giochi, e Uncem da sempre crede non lo sia, mettiamo delle regole. E limiti chiari".

Escursionisti travolti da una valanga sulla Marmolada: vittime, feriti e dispersi

Un seracco di ghiaccio si è staccato dalla cima della Marmolada il 3 luglio, verso le 13.30, e ha travolto più cordate di escursionisti che si trovavano sul percorso fra Pian dei Fiacconi e Punta Penìa

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