Arrampicata / Exploit

Laura Rogora, la prima donna (e la prima ripetizione) sul 9/b+ della Erebor di Arco: la scelta di vivere a Trento e «l’introspezione» dei nostri climber

Studentessa di matematica a Povo, atleta della Polizia di Stato, la ventenne è balzata alla ribalta mondiale con il favoloso exploit in parete all’Eremo, una delle vie più difficili del mondo

di Carlo Callin Tambosi

ARCO. "Il mio scopo è quello di portare il limite fisico sempre più in alto e se dico fisico non intendo il limite di forza ma intendo quel limite che è fatto dal rapporto tra la mia forza e la mia capacità tecnica ... credo che questo sia stata la motivazione di coloro che per primi hanno fatto nascere l'arrampicata sportiva negli anni 80 e questa è anche la mia motivazione".

Laura Rogora ha vent'anni. Laura Rogora è minuta. Laura Rogora è nata a Roma ma vive a Trento. Laura Rogora è una studentessa di matematica a Povo e atleta del gruppo sportivo della Polizia di Stato. Laura Rogora è oggi la prima donna del mondo ad avere scalato una via di arrampicata di grado 9b/+:  Erebor, all'eremo di San Paolo di Arco, via aperta e  "liberata", come si dice nel gergo,  da Stefano Ghisolfi, l'8 gennaio di quest'anno. Erebor che è tuttora la via di arrampicata di maggiore difficoltà di tutta Italia. E la prima ripetizione se la è guadagnata una donna: Laura.

Si dice liberare una via dopo averla fatta per la prima volta il libera: si dice liberare la via quando invece è vero che a liberarsi, dopo averla chiusa, è l'uomo o la donna che la ha scalata. L'uomo o la donna che vince la condizione della gravità , che riesce a inventare, nel caleidoscopio del possibile, la corretta alchimia di leve, trazioni, compressioni, attriti che permettono al corpo di aderire dove appare impossibile farlo.

Basta andare su youtube e guardare la salita di Laura su Erebor per capire che su queste difficoltà solo questa alchimia perfetta, non la pura potenza, può permettere di scivolare sulla roccia, dal lato sotto, e liberarsi, sì, liberarsi verso l'alto.

Quindi più talento e sensibilità che pura forza, un talento e una sensibilità che Laura detiene in una misura con pochissimi eguali al mondo. Ed è bello vedere come lei, salendo Erebor, abbia istintivamente trovato combinazioni diverse, soprattutto nei passaggi chiave, quelli che in gergo si chiamano "crux", rispetto alle combinazioni che ha usato Stefano Ghisolfi. E' uno spartito la via, che va interpretato.

In questo sta la poesia, una delle poesie dell'arrampicata, riuscire a lievitare, l'espressione progredire ha qualcosa di troppo materiale, riuscire a lievitare dove appare impossibile farlo.

Laura dimmi, come mai Trento?

"Il mio rapporto con il Trentino è nato anni fa. I miei genitori, noi siamo di Roma, avevano un camper. Un bel giorno questo camper ha smesso di funzionare, invece di rottamarlo i miei hanno deciso di lasciarlo in un campeggio di Pietramurata. Lì passavamo le vacanze e piano piano mi sono innamorata del Trentino, delle montagne, dei laghi e così, quando mi sono diplomata a Roma, ho deciso di venire a vivere in Trentino. Ero indecisa tra Trento e Arco e ho deciso Trento perché non c'è solo l'arrampicata, ma c'è anche l'università e a Trento confidavo di trovare altri studenti come me con i quali legare, con i quali vivere insieme l'esperienza dell'università".

E come ti sono sembrati questi trentini?

"Devo dire prima di tutto che la comunità dei miei amici studenti è assolutamente trasversale, siamo ragazzi di tanti posti di italia e, incredibile, ma ho scoperto che almeno la metà arrampica".

E la città, come la hai trovata?

"Beh devo dire che la mia vita è cambiata. A Roma, per andare ad allenarmi dovevo fare tutti i giorni due ore di macchina nel traffico. A Trento si può usare la bici. A Trento i mezzi pubblici funzionano. A Trento ho scoperto il piacere di avere tempo per gli amici dopo gli allenamenti, dopo lo studio".

Ma l'affabilità degli uomini e delle donne del centro italia non ti manca?

"... in effetti il clima delle falesie del centro italia, di grande caciara e festosità, qui non esiste, e mi manca, ma ho imparato a vivere il modo più introspettivo dei trentini di andare in falesia e oggi mi trovo bene".

Laura, la domanda è difficile, non farla, ma rispondere, certo, perchè ti include, include un pensiero su di te ma te la faccio lo stesso: potranno le donne dell'arrampicata diventare più forti degli uomini?, in questo momento si contano sulle dita di una mano i climber uomini che abbiano scalato difficoltà più dure di quelle che tu hai già conquistato.

Nel parlare di questo ricordiamo la mitica Linn Hyll che, prima di ogni uomo, ha liberato il Nose su El Captain in Yosemite...

"Io penso che l'arrampicata sia, tra tutti, lo sport nel quale la distanza tra uomini e donne può essere annullata o è in ogni caso piccola o dipenda anche dal tipo di via, ma è evidente che questa distanza potrà essere annullata. Qualche anno fa ho visto Jana (Garnbret la campionessa olimpica ndr) provare la via degli uomini dopo una coppa del mondo e abbiamo constatato che sarebbe arrivata quarta... "
E' incredibile  e tu sei tra le artefici di questo avvicinamento ai vertici per tutte le donne non credi? Che ne dici Laura, invece,  di questa comunità di arrampicatori che si sta creando in Trentino in questo periodo storico? Oltre ai tanti trentini, ci sei tu, c'è Stefano Ghisolfi, c'è Giorgia Tesio, c'è Giorgio Bendazzoli ... da Roma, Torino, da Cuneo, da Vicenza, tutti avete deciso di trasferirvi in Trentino.

"E' bellissimo, questo senso di comunità si percepisce, ma qui, ripeto, ci si può allenare, si può studiare bene, si può vivere bene e qui ci sono, ci attendono alcune delle sfide dell'arrampicata del futuro..."

… e qui passa mesi all'anno il più grande, Adam Ondra...

"già"

Alla prossima tua impresa Laura allora!

"certo".

Mi sorride, ci salutiamo, ha appuntamento con un amico. Penso che chi non sa di arrampicata non sa chi è Laura Rogora, mentre sarebbe giusto che tanti, tante inizino a saperlo. Alla prossima, abbiamo detto. Dopo tutto Laura, che ora è la donna che ha superato la difficoltà più grande del mondo,  ha solo vent'anni... solo vent'anni…

FOTO di Marco IACONO

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