Eccovi Michela, la "Regina delle nevi", che gestisce un rifugio sotto il Civetta: "Non è un lavoro, è una passione"

BELLUNO - La montagna, quella dura e cruda. La montagna, quella sopra i 2000 metri di quota. La montagna, quella dove gli eventi atmosferici ti mettono sempre alla prova in ogni stagione dell'anno. Non è solo terreno per uomini con barba e camicia a scacchi, ma anche per donne, spesso molto speciali. Il Ristoro Belvedere, incastonato a 2100 metri di quota a ridosso dei picchi di monte Civetta e monte Pelmo, sulle Dolomiti bellunesi, da cinque anni viene gestito da una giovane donna.

Michela Torre, per molti conosciuta come la "Regina delle nevi", ha seguito le orme dei genitori e ogni giorno, con grande felicità e grinta da vendere, porta avanti quello che per la sua famiglia è la passione di una vita. Un sogno realizzato che tutt'oggi continua a vivere. La vita a quelle quote non è facile, ogni problema si deve risolvere in autonomia e senza le possibilità che si potrebbero avere in paese. La montagna è bella, ma qualsiasi intoppo lì diventa una sfida.

Ma Michela lo sa, lo ha sempre saputo. I suoi genitori iniziarono l'attività 35 anni fa e lei fin da piccola ha vissuto in prima persona "quel magico mondo" come lei stessa lo definisce. L'anno appena trascorso non è stato dei più facili, ma Michela anche durante i lunghi periodi di lockdown o di fascia rossa non si è tirata indietro, non ha "mollato" il sogno di famiglia, non ha mai messo fine al suo "magico mondo".

Da sola, alle sette della mattina, partiva da casa a Selva di Cadore, e con le pelli si incamminava per chilometri, facendo 700 metri di dislivello, per raggiungere il Ristoro. Era chiuso, non si poteva aprire al pubblico, ma lei era presente. Accudiva quel "rifugio" come se fuori ci fossero stati gli sciatori o i vacanzieri pronti a entrare. Spalava la neve sulla veranda, sistema, puliva, tracciava le piste per i pochi scialpinisti che passavano di lì. L'inverno è stato cruento, la neve ha raggiunto i due metri e mezzo, ma Michela, senza paura e con l'amore che solo la vera passione per la montagna può darti, non si è mai intimorita.

Quando le condizioni meteo erano avverse lasciava gli sci e si metteva a bordo del suo gatto delle nevi e risalendo le piste da sci della Val Fiorentina, desolatamente vuote per le norme anticovid, raggiungeva la vetta anche solo per assicurarsi che tutto fosse in ordine. Durante i giorni di bufera ha anche dormito nel rifugio: la neve, il forte vento, le temperature polari non scalfivano l'attaccamento per la sua Cima Fertazza, si sentiva sempre protetta dentro il suo rifugio. Michela Torre ama la sua vita, ama la sua montagna e ancor di più ama il suo stile di vita. Sicuramente non facile, ma che le da gioia interiore e gratitudine.

"Questo non è un lavoro, questa è una passione - dichiara Michela - non ho mai avuto dubbi nel fare un qualcosa di diverso e per fortuna ho avuto una super scuola dai miei genitori. Non c'è niente da imparare, lo vivi e fai esperienza giorno per giorno. Il mio cuore dolomitico batte ancora più forte quando sono lì, quasi non si può spiegare. Ogni imprevisto si affronta in modo diverso quando da dentro di te capisci che stai facendo la cosa giusta". Anche oggi, nella ricorrenza della Festa della Donna, Michela è sul picco "insieme" al suo rifugio, la vista sul lago di Alleghe, ancora tanta neve tutt'intorno, qualche cerbiatto che cerca del cibo: una montagna bianca, ma idealmente colorata di rosa. E in attesa della bella stagione e di una decrescita dei contagi da Covid, Michela già sta organizzando e pianificando per accogliere i tanti turisti che ogni estate fanno tappa da lei per assaggiare la sua cucina dolomitica durante le loro escursioni. La montagna d'alta quota è anche donna, e Michela Torre la rappresenta alla perfezione.

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