Auster su 'Baumgartner', vive per fare i conti col passato

(ANSA) - ROMA, 12 GEN - PAUL AUSTER, ''BAUMGARTNER'' (EINAUDI, pp. 156 - 17,50 euro - Traduzione di Cristiana Mennella). - ''Vivere è provare dolore, si era detto Baumgartner, e vivere con la paura del dolore significa non voler vivere''. E' il momento della presa di coscienza per il protagonista, un settantenne professore a Princeton di questo ultimo, intenso, delicato, impietoso e ironico romanzo di Paul Auster, che, detto per inciso, lo ha scritto in ospedale, curandosi per un cancro, ma sarebbe direi scorretto e limitativo leggerlo con questa chiave. Baumgatner, non a caso docente di filosofia, è entrato in una sorta di tunnel da quando, dieci anni prima, è morta annegata Anna, l'amata moglie, traduttrice e poetessa poco conosciuta, che si ostinò a voler fare un tuffo in un giorno di agosto di mare molto agitato a Cape Cod. Vive così senza riuscire a liberarsi di lei, impigliato persino tra la sua biancheria intima che mantiene paradossalmente in ordine, molto ritirato in casa e forse invaghito di Molly, giovane fattorina dell'Ups che gli consegna gli ordini fatti on line, i libri che oramai compra solo per vederla e scambiare due veloci chiacchere sulla porta. Come una condanna, passa tutto il tempo a scrivere, ha appena finito un saggio su Kierkegaard, il filosofo danese dalla sua inflessibile estetica e etica esistenziale (e si scoprirà poi come si possa legare al quel profondo senso del dovere e religiosi interrogativi sull'esistenza che ha segnato la vita dell'autore), ed è vittima, per una sorta di inconscio autolesionismo, di continue dimenticanze e incidenti domestici. (ANSA).