Il soul cosmico di Stephen Bruner stasera al Santa Chiara

di Fabio De Santi

Uno dei bassisti più stimati in circolazione a livello mondiale, capace di metabolizzare la lezione di giganti come Stanley Clarke e George Duke, aggiungendo però a questi riferimenti un po’ di sana follia e di soul «cosmico» dalle reminiscenze anni ’70. Lui è Stephen Bruner in arte Thundercat protagonista del concerto di questa sera, alle 21, all’Auditorium di Trento per uno degli eventi di maggior rilievo della nuova edizione della rassegna Jazz’About promossa dal Centro Servizi Culturali S. Chiara.

Americano, poco più che trentenne, Thundercat si è già creato un notevole giro di estimatori grazie ai virtuosismi nell’interpretazione del suo strumento in una maniera estremamente creativa. Un virtuosismo, però, non fine a se stesso, ma capace sempre di mettersi al servizio di un ben preciso «disegno complessivo».

Un’altra delle caratteristiche del musicista statunitense è infatti la versatilità, maturata in anni e anni da turnista ad alto livello con uno spettro di collaborazioni che va dalla regina del nu-soul Erykah Badu alle leggende punk-rock Suicidal Tendencies.

Da solista, Thundercat ha realizzato tre album tutti osannati dalla critica specializzata a partire dal suo debutto targato 2011 The Golden Age Of Apocalypse, seguito due anni dopo da Apocalyspe e nel 2017 da Drunk. Al di là, tuttavia, di queste sortite, già di per sé sufficienti a tratteggiare la grandezza del musicista californiano, impossibile non nominare il ruolo decisivo che ha avuto nella lavorazione di «To Pimp a Butterfly» di Kendrick Lamar, uscito nel 2015, considerato in modo praticamente unanime il disco hip hop più importante da anni a questa parte. La complessità jazz, l’originalità negli arrangiamenti e nelle soluzioni armoniche di questo album - più uniche che rare, in un disco rap - sono infatti l’apporto a dir poco decisivo donato da Thundercat e, in modo più indiretto, dal suo stretto amico e socio di sempre Flying Lotus, una delle eminenze grigie dell’hip hop più sperimentale e creativo.

In questo tour italiano che fa tappa anche a Trento Thundercat arriva in primis per presentare il materiale dell’ultimo disco, «Drunk», un lavoro pieno di soul e di canzoni immaginifiche che, dal punto di vista musicale, vanno in direzioni spesso inaspettate. Tuttavia è inevitabile immaginare anche lunghe cavalcate strumentali, fatte di cambi armonici preziosi e di assoli ad alto tasso di virtuosismo suoi e dei musicisti che lo accompagnano in questa tournée, tutti di alto livello, a partire dal tastierista Denis Hamm accanto a Justin Brown alla batteria e a Miguel Atwood Ferguson al violino elettrico.

Il prossimo evento con JazzAbout sarà quello del 30 novembre a Sanbàpolis con Cory Henry degli Snarky Puppy.

comments powered by Disqus