Bartolomey e Bittmannal: il duo oltre la classica venerdì al Suoni delle Dolomiti in Val di Fassa

di Fabio De Santi

Dopo il successo ottenuto dai concreti del cantautore italo inglese Jack Savoretti e di Nada il festival dei Suoni delle Dolomiti propone un evento particolare nel segno di due strumenti classici come il violino e il violoncello che guardano a strane contaminazioni sonore. Protagonisti dell’appuntamento di domani al Rifugio Vajolet in Val di Fassa, alle 13, saranno infatti Matthias Bartolomey al violoncello, un David Tecchler del 1727, e Klemens Bittmann, al violino a alla mandola rispettivamente uno Josephus Pauli del 1817 e una Markus Kirchmayr del 2004.

Due musicisti che intendono le sette note come un ponte tra generi diversi, officina di contaminazioni e spazio nel quale creare connessioni. Con Matthias Bartolomey e Klemens Bittmann infatti la musica classica si  apre alle influenze di rock, jazz, folk per diventare repertorio che si ciba di presente e passato. Una sintesi, questa, che è anche il risultato di una formazione rigorosa con tournée in tutta Europa e oltre oceano, esibizioni in importanti festival con l’aggiunta di prestigiosi riconoscimenti e che ha preso forma nei loro lavori e che risuoneranno anche nell’appuntamento de I Suoni.

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Ultima testimonianza della dimensione sonora del duo è l’album «Neubau»
in cui Bartolomey e Bittmann si imbarcano verso un viaggio musicale attraverso diverse province del suono. Come nel loro album di debutto «Meridian», Matthias Bartolomey  e Klemens Bittmann hanno nuovamente affrontato la sfida di costruire ponti tra stili musicali e sono riusciti a creare numerose ed originali, connessioni musicali. Nei loro brani classica si apre ad influenze rock, jazz, folk insieme ad echi di musica da camera.

Guidati dal loro desiderio di sviluppare un repertorio contemporaneo per strumenti legati alla tradizione classica, hanno creato un duo sound dalla tante sfumature,  dal dolcemente lirico fino  fino alla potenza del tuono. Le composizioni di questo duo vogliono  sia intrattenere che stimolare, evocare immagini, risvegliare sentimenti e emozioni rare ed inusitate.

Gli strumenti associati alla musica classica non sono affatto  confinati a quel genere, possono essere altrettanto  impiegati per creare altri stili musicali. Un lavoro che viole dare l’dea di una nuova architettura, come richiamato dal titolo, per un concetto centrale nella loro idea di musica e di questo album.

Va sottolineato come Bartolomey e Bittmann non abbiano operato un cambio radicale rispetto al lavoro precedente ma ascoltando le tracce del cd avverte una certa evoluzione nelle loro composizioni con uno sforzo verso una concezione più profonda, più chiara e più dettagliata del loro suono.

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