Arriva Ron con la forza di dire sì

Arriva Ron con la forza di dire sì

di Fabio De Santi

Dagli anni settanta de «Il gigante e la bambina» e «Piazza Grande», presentata a Sanremo con l'amico Lucio Dalla, ai decenni successivi fatti di canzoni come «Non abbiamo bisogno di parole», «Anima», «Joe Temerario», «Vorrei incontrarti fra cent'anni» e «Una città per cantare» la vita di Rosalino Cellamare, in arte Ron , è trascorsa nel segno della musica. Canzoni che il cantautore lombardo proporrà domani sera nel concerto, gratuito, che lo vedrà protagonista in piazza Fiera nell'ambito dell'evento organizzato da Radio Dolomiti con UnipolSai nell'ambito del tour La forza di dire sì che si lega al titolo del suo ultimo cd uscito lo scorso marzo. Un lavoro, che si intreccia con il forte impegno di Ron contro la sclerosi laterale amiotrofica da cui ha preso le mosse la nostra intervista.
Ron, vorremmo iniziare dalla tua sensibilità nei riguardi della Sla: i proventi del tuo ultimo disco che verranno devoluti alla ricerca nei confronti di questa malattia come accaduto già dieci anni fa.
«Dodici anni fa non sapevo cosa fosse la Sla, come la maggior parte delle persone credo. Poi uno dei miei amici più cari, Mario Melazzini , è stato colpito da questa malattia e cosi standogli vicino, insieme alla sua famiglia, in questi anni ho capito che cosa significa avere la Sla e lottare ogni giorno contro questo male che ti distrugge giorno dopo giorno. Fu lui a dirmi di far uscire un disco insieme ad altri cantanti famosi e nel 2005 usci «Ma quando dici amore» con i proventi devoluti per la ricerca».
Come hai scelto gli artisti che ti accompagnano nei nuovi duetti che segnano questo doppio cd?
«Nel 2005 avevo chiamato molti amici come Dalla, Baglioni e Jovanotti, cosa che ho fatto anche in questa occasione alzando il tiro con nuovi amici e la voglia di guardare anche ad una fetta diversa di ascoltatori, con artisti di un target diverso e un pubblico il più ampio possibile».
Da qui immaginiamo anche un titolo come «La forza di dire sì».
«Mi sono reso conto che bisogna essere sempre più motivati per dire sì in questi nostri tempi anche a progetti come questo. Molte volte veniamo contattati come musicisti per scopi benefici e non è facile dire sempre si con il cuore, essere coinvolti per davvero. Io in questo caso ho chiamato tutti gli amici che sono nel disco ad uno ad uno spiegando loro l'urgenza di questo mio progetto di raccolta fondi e tutti mi hanno detto sì. Questa per me è stato un segno enorme di amicizia e di fiducia nei miei confronti». 
Nella tracklist anche due inediti,«Aquilone» e «Ascoltami»: cosa racconta in questi pezzi?
«Il primo esprime la voglia di volare, di guardare al cielo, che hanno anche molti malati di Sla, persone che nonostante tutto, per come le ho conosciute io, hanno sempre una grande voglia di vivere, di amare la vita, di scherzare. «Ascoltami» è un brano più interiore, personal, che parla della capacità di ascoltare e nello stesso tempo è un invito a stare attenti a quello che si dice per non fare del male agli altri», 
Canzoni che presenterà anche domani a Trento: che live ha preparato per questo tour estivo?
«Il live sarà una fotografia di questo disco, con una scenografia giocata su un gigantone illuminato, e gli arrangiamenti che hanno vestito diversamente le canzoni di «La forza di dire si». 
Cosa la diverte di più di questa dimensione, del contatto con il pubblico?
«Mi piace l'idea di non dare mai per scontato nulla di quello che succederà sul palco e la risposta di chi mi ascolta. Questo mi permette sempre di essere me stesso e di trasmettere quello che voglio raccontare con le mie canzoni».
Ha scelto di raccontarsi anche in un libro autobiografico «Chissà se lo sai». Come mai?
«Non avevo mai pensato di scrivere la mia storia in un libro ma poi la Piemme mi ha proposto l'idea. Confesso che mi sono divertito a mettere su pagina la mia vita e per me è stato come andare dallo psicologo e di scoprire o riscoprire dei lati di me stesso».

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