Trent'anni fa la strage di Stava Arriva una mostra itinerante

Sono passati trent'anni da quando una colata di fango seppellì un intero paese e fece contare 268 morti. Era il 19 luglio del 1985 quando l'abitato di Stava, nelle Alpi orientali, in Trentino, venne cancellato dal fango. Oggi Stava è tornata a essere un'accogliente località turistica, ma resta l'impegno a tramandare la memoria di quel disastro, che la Fondazione Stava 1985 onlus oggi concretizza con l'inaugurazione di un'esposizione-percorso didattico, dal titolo "La diffusione della conoscenza", che ripercorre i passaggi che hanno portato alla catastrofe. Sarà nella sala del Consiglio regionale a Trento, ma sono previste varie tappe, fino a Strasburgo. Il fango distrusse l'abitato di Stava e parte di quello di Tesero dopo il crollo della discarica di miniera costituita da due bacini sovrapposti, realizzati per la decantazione e lo stoccaggio dei residuati dalla lavorazione della fluorite, nell'impianto di arricchimento nel comune di Tesero. Nella mostra didattica vengono ripercorse anche le cause e le responsabilità del crollo, così come furono stabilite nel procedimento penale che si concluse con la condanna di dieci imputati, giudicati colpevoli dei reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, così come gli anni successivi alla catastrofe, con la visita a Tesero e a Stava di papa Giovanni Paolo II, il 17 luglio 1988, e la lunga fase della ricostruzione.

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