Economia / Il punto

In regione inflazione record, Trento (9,5%) seconda in Italia solo a Bolzano che tocca il 10% annuo

In provincia il carovita implicherà per una famiglia media un incremento di spesa pari a 2.486 euro. Ormai a impennarsi non solo i prezzi dell'energia ma anche i costi dei generi alimentari: al supermercato si spende sempre di più per comprare meno prodotti

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ROMA. Trento seconda solo a Bolzano sul poco invidiabile podio delle città italiane dove il carovita aumenta di più.

Bolzano è in cima alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti: l'inflazione annua risulta del 10% e si traduce in una maggior spesa annua equivalente, in media, a 2658 euro.

A Trento il rialzo dei prezzi è del 9,5% e determina - per una famiglia media - un incremento di spesa pari a 2.486 euro.

L'inflazione è per tutti alle stelle ma in Italia, dunque, ci sono posti dove si sente di meno e dove morde di più, come da noi. Se a Trento e Bolzano va il record del caro-prezzi, a Campobasso invece la vita costa meno che nel resto della penisola.

La classifica è stata curata dall'Unione nazionale consumatori (Unc), che ha elaborato i dati dell'Istat di luglio ed ordinato le città italiane in base ai rincari.

Non si tratta più soltanto di aumenti dell'energia: l'Istat ha confermato che la crescita dei prezzi del cosiddetto "carrello della spesa", che si porta a +9,1%, registra un aumento che non si osservava da settembre 1984.

A Bologna è all'8,6%, e comporta un aumento della spesa di 2.145 euro, mentre a Firenze si registra un +8,6% per 2.006 euro in più. La città più virtuosa è Campobasso, con un'inflazione del 6,9% e una spesa aggiuntiva per una famiglia pari a 1.263 euro. Seguono Catanzaro (+7,1%, +1.326 euro) e Bari (+7,8%, +1.354 euro).

A Roma c'è un'inflazione al 7,5%, inferiore alla media nazionale, con una spesa maggiore di 1.756 euro rispetto all'anno scorso.

A Napoli i prezzi sono aumentati del 7,6% e la spesa è maggiorata di 1.538 euro. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi del 7,7% implica un'impennata del costo della vita pari a 2.001 euro.

In attesa che il rialzo dei tassi deciso dalla Bce faccia effetto, l'Istat conferma la stima preliminare di luglio: nel mese i prezzi sono cresciuti dello 0,4% su giugno e del 7,9% su luglio 2021 (da +8,0% del mese precedente). E sebbene i prezzi dei beni energetici siano in rallentamento, l'Istat sottolinea che le tensioni inflazionistiche si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici.

Il cosiddetto "carrello della spesa", che comprende i prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona, è salito da +8,2% a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984.

Coldiretti fa i conti: gli italiani spenderanno 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, non solo per l'inflazione ma anche a causa del taglio dei raccolti per la siccità. I prezzi della frutta fresca aumentano su base annua del +8,8% - continua Coldiretti - mentre quelli dei vegetali freschi del +12,2%.

La categoria per la quale si spenderà complessivamente di più è pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo di quasi 115 euro, mentre carne e salumi costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure aumenteranno di 81 euro.

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