Economia / Il rapporto

Export trentino, ormai è archiviata la crisi da pandemia

La meccatronica traina una ripresa decisa in molti ambiti, anche grazie alla penetrazione in nuovi mercati esteri. Volano le esportazioni delle mele, che crescono del 44,3% sul 2020 e del 53,5% sul 2019

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di Chiara Zomer

TRENTO. Mele e vini, ma anche meccatronica.

Sul fronte dell'export il Trentino Alto Adige pare avviato ad archiviare la crisi pandemica: i trend che già a fine 2020 sembravano abbozzati, si sono consolidati nei primi mesi di quest'anno, con qualche novità rispetto al passato.

Su tutti, l'apertura ad alcuni mercati nuovi della meccatronica Trentina, che tuttavia pur crescendo rispetto al 2020, non riesce a superare i valori 2019, in termini di esportazione. Obiettivo che centra invece (e con una crescita a doppia cifra) l'Alto Adige, dove il settore è trascinato da una grande commessa per il Messico.

Quanto all'agroalimentare, pur con sfumature diverse su Trento e Bolzano, il settore resta uno di quelli trainanti rispetto all'export, anche grazie alle scelte di marketing del recente passato, a partire dalla scelta di puntare sugli Stati Uniti per il vino e i distillati.

Il risultato è comunque un segno più in generale: gli 1,2 miliardi di esportazioni, per la regione, significano una crescita generale del 9,4%. Una performance migliore rispetto al Triveneto (che cresce, ma si ferma ad un + 5,8%).

Soprattutto, un dato che dimostra - per usare un termine abusato in questi anni complicati - una maggiore resilienza delle imprese trentine, rispetto al passato.

Se si confronta infatti (e Intesa San Paolo, nel suo monitor dei distretti l'ha fatto) la capacità di ripresa post crisi pandemica con quella post crisi finanziaria del 2009, si vede una maggior capacità di risposta in questo 2021, pur martoriato dall'incertezza sugli scenari futuri.

A crescere, infine, sono tutti i mercati di riferimento, ma con particolare spinta l'Asia Centrale (+25,6%).

Ma se questa è la fotografia generale del monitori sui distretti di Intesa San Paolo, nei singoli settori ci sono distinzioni sostanziali.

Industria metalmeccanica.

È il principale distretto, in termini di valori assoluti: nel primo trimestre del 2021, per dare un'idea, in regione si è esportato per un valore di 668 milioni (erano 574 nel 2020).

Ma tra Trento e Bolzano la differenza pesa: a Trento si è esportato per 41 milioni in più (da 249 a 290), con una crescita del 16,4%, a Bolzano il segno più sul 2020 è comparabile (+ 16,3%, per un valore assoluto totale di 378 milioni).

Ma sono i risultati sul 2019 ad essere diversi: il Trentino non riesce a raggiungere il picco del 2019 sull'export, e si ferma a un - 9,2%, pur riuscendo ad affermarsi con aumenti che lasciano ben sperare in Ungheria (+ 80% sul 2020 per la componentistica dell'automotive), Francia, Regno Unito e Cina.

In Alto Adige si è ampiamente superato il dato del 2019 (+ 12,5%), grazie ad una grande commessa legata alla realizzazione a Città del Messico di un importante progetto di funivia urbana, in grado di trasportare 50 mila persone al giorno.

Una spinta fondamentale per superare i dati prepandemia che si aggiunge alle performance molto positive in Alto Adige sui mercati tradizionali per l'automotive come Svezia e Germania.

Mele.

Qui l'export vola ovunque.

Sull'Alto Adige si fa registrare un +7% sul 2020 e un + 19,7% sul 2019.

Ma in Trentino va pure meglio: le esportazioni crescono del 44,3% sul 2020 e del 53,5% sul 2019, grazie alla penetrazione nei mercati di Spagna (che ha visto quasi raddoppiate le vendite), Israele, Egitto, Brasile e Giordania.Vini e distillati.

Su questo terreno Trento ha saputo far fronte alla crisi pandemica meglio di qualsiasi altro territorio del Triveneto, grazie alla tenuta del mercato statunitense (che da solo vale quasi la metà del nostro export e che è cresciuto del 13,7%) e al raddoppio delle vendite in Belgio.

Il risultato è netto: + 5,4% sul 2020 e + 3,6% sul 2019).

Male invece in Alto Adige, dove si è registrato sul 2020 un - 12,2%).Agroalimentare Alto Adige. Il distretto non ha retto bene.

Il salumi sono calati dell'1,6%, e più ancora segnano il passo le marmellate e i succhi di frutta, con un - 18,5%.Porfido e Legno.

Il 2021 non è cominciato nel migliore dei modi per il porfido della Val di Cembra, che ha registrato un calo del 3,2%, mentre il settore legno e arredo dell'Alto Adige cresce del 4,6% sul 2020.

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