Imis sulle prime case, Comuni in ordine sparso

di Angelo Conte

Valori catastali distanti anche il 70% tra un Comune e l'altro in Trentino. Differenze che contano poi ai fini delle tasse che si pagano sugli immobili e che rendono la provincia una giungla fiscale, Una prima casa a Trento ad esempio vale, per lImis, 510 euro quasi tre volte rispetto a Brentonico. Mentre a Tione per una abitazione la rendita catastale è quasi la metà rispetto a Ragoli e inferiore ai vicini di Bolbeno. Le differenze tra i valori catastali delle abitazioni civili, della classe A2, ovvero quelle che sono la stragrande maggioranza delle prime abitazioni tra i Comuni del Trentino sono molto ampie e destinate a rimanere tali ancora per molto tempo. La riforma del catasto che prevede la rivalutazione degli immobili sulla base del valore di mercato e non su criteri che, almeno per la provincia, risalgono al 1936, è infatti per ora bloccata a livello nazionale.

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La Provincia, con il proprio servizio Catasto, si è comunque portata avanti, avendo mappato i metri quadri del 97% degli oltre 770.000 immobili appartenenti a tutte le categorie catastali e che contemplano accanto alle abitazioni anche capannoni, alberghi e uffici.
«Ad ora - spiega il responsabile del Servizio Catasto, Roberto Revolti - la riforma dei criteri di valutazione degli immobili è ferma, perché mancano ancora i decreti. Fino a che non andranno a sbloccarli a livello governativo, le differenze tra le classi A2, che sono storiche, rimarranno ancora per molti anni».
Le valutazioni differenti dello stesso tipo di immobile tra Comune e Comune risalgono di fatto al 1936, quando fu impostata la divisione del territorio provinciale in differenti aree, da quelle delle città ai capoluoghi di valle, dalle zone turistiche a quelle cosiddette svantaggiate. L’impostazione, nonostante le rivalutazioni degli estimi negli anni (ma l’ultima risale a 25 anni fa circa), è rimasta tale e per questo ci sono ancora differenze profonde tra zone che, nel tempo, hanno visto uno sviluppo dei prezzi di mercato simile. Oltre a tale ragione storica, a determinare valori diversi ai fini del catasto, e quindi delle tasse sulla casa, ultima in ordine di tempo l’Imis che ha sostituito Imu e Tasi, è stato anche il diverso atteggiamento dei Comuni al tempo dell’ultima rivalutazione degli estimi. Nel 1989, infatti, quando si è verificata, la rivalutazione, alcuni Comuni hanno fatto ricorso e altri no. I primi hanno spesso vinto ottenendo un taglio delle rendite catastali del 30-40% rispetto ai vicini che invece hanno accettato le valutazioni dello Stato. Abitazioni civili che in media valgono oltre 820 euro di rendita catastale, come a Canazei, e altre che ne valgono 225 come a Bretonico, con una differenza di oltre il 70% medio. Ma ci sono casi, ricordano al Catasto, in cui ci sono differenze di sei volte tra una A2 in un Comune turistico e un altro anche se i prezzi al metro quadro di mercato hanno differenze inferiori. Comuni molto vicini territorialmente, ma valori molto distanti in termini di rendite catastali. Basta guardare ad alcune situazioni per capire che ci sono aspetti che vanno ripresi in mano. Basta guardare a Tione che, pur avendo il record trentino di depositi procapite, ha una rendita catastale a 358 contro ad esempio Ragoli che sale a oltre 796 di rendita per l’A2 o Bolbeno che supera quota 406.

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