Lavoro, segnali ok in aprile 159mila posti in più

Dopo il calo degli ultimi due mesi ad aprile 2015 gli occupati aumentano dello 0,7% (+159 mila) rispetto al mese precedente, tornando ai livelli di fine 2012. Lo rileva l’Istat. Il tasso di occupazione sale di 0,4 punti percentuali a 56,1%. Rispetto ad aprile 2014, l’occupazione è in aumento dell’1,2% (+261 mila occupati) e il tasso di occupazione di 0,7 punti. Il commento del premier Renzi arriva, come di consueto, via Twitter:

 

«Continua a salire la disoccupazione in Trentino e per il secondo trimestre di fila scende anche il numero degli occupati: sono quindi negativi gli indici del mercato del lavoro trentino nella rilevazione Istat sulle forze di lavoro in Italia nel primo trimestre del 2015»,  osserva invece, in una nota, la Cgil del Trentino.
«A marzo infatti - prosegue il sindacato - il tasso di disoccupazione in provincia sale all’8,1% rispetto al 7,2% dello primo trimestre 2014. Peggiora anche il tasso di occupazione che passa dal 65,8% di marzo 2014 al 64,6% dello stesso mese di quest’anno, con gli occupati registrati dall’Istat che a marzo risultano 227.000 nella nostra provincia, circa cinquemila in meno rispetto allo scorso anno.
Cala anche il tasso di attività che misura la percentuale di cittadini che lavorano o cercano un impiego sul totale della popolazione tra 15 e 64 anni. Nei primo trimestre dell’anno si è arrivati al 70,5%, con un saldo negativo di uno 0,6% rispetto allo stesso trimestre del 2014.
Il tutto mentre nel Nordest la disoccupazione si attesta intorno all’8% con un calo su base annua dello 0,7% e l’Alto Adige, rispetto al primo trimestre del 2014, registra performance positive sia sulle forze di lavoro attive (+1,5%), sia sugli occupati (+1,7%), sia sui disoccupati (-0,4%), pari questi ultimi al 4,8% degli attivi».
«Sebbene i dati Istat vadano sempre analizzati sul medio periodo, per il secondo trimestre consecutivo - avverte Franco Ianeselli, segretario generale della Cgil del Trentino - registriamo un deterioramento degli indicatori del mercato del lavoro in provincia. Siamo quindi preoccupati anche perchè i dati negativi registrati in Trentino sono in controtendenza con il resto del Paese ed in particolare rispetto ai Nordest».
A mitigare le preoccupazioni del sindacato di via dei Muredei c’è il fatto che i dati amministrativi che giungono dai centri per l’impiego nei primi tre mesi dell’anno, disegnano un quadro meno cupo. «Se si guarda alla dinamica delle assunzioni- ricorda Ianeselli - nei primi tre mesi del 2015 il saldo tra assunti e cessati, sempre negativo all’inizio dell’anno, è decisamente migliore rispetto a quello dello stesso periodo del 2014 con oltre 4mila posizioni lavorative perse in meno. Allo stesso tempo calano anche gli iscritti ai centri per l’impiego».
Resta il fatto che i primi segnali di ripresa economica sembrano ritardare il proprio effetto sulle dinamiche del mercato del lavoro locale. «Per questo bisogna continuare ad investire sulle politiche attive del lavoro - conclude il segretario generale della Cgil del Trentino - in modo da garantire ai disoccupati adeguate occasioni di formazione e riqualificazione professionale, tali da permettere loro di restare attivi e di incrociare più facilmente la domanda di lavoro delle imprese, quando la crescita economica si tradurrà finalmente in nuovi posti di lavoro».


 

Torniamo ai dati Istat nazionali. Il tasso di disoccupazione ad aprile scende di 0,2 punti al 12,4% dopo l’incremento registrato negli ultimi due mesi. L’Istat spiega che i disoccupati sono diminuiti dell’1,2% (-40.000 a 3.161.000). Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5% (-17 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti.

Nel primo trimestre, la disoccupazione scende al 13% (-0,6 punti percentuali sul I trimestre 2014) con il primo calo dal terzo trimestre 2011. La riduzione riguarda soprattutto il Sud (-1,2 punti). I disoccupati diminuiscono di 145.000 unità rispetto al primo trimestre 2014 (-4,2%). Nel primo trimestre si registra un aumento di 133.000 occupati su base annua (+0,6%) con un incremento percentuale uguale per uomini e donne. L’aumento riguarda tutte le ripartizioni territoriali, ma soprattutto il Nord (+0,6%, 71 mila unità) e il Mezzogiorno (+0,8%, 47 mila unità). Diminuiscono gli occupati nelle fasce  di età 15-34 anni e 35-49 anni (-1,7% e -1,4%, rispettivamente), mentre continuano ad aumentare gli ultra 50enni (+5,3%), grazie soprattutto alla stretta sulle regole per l’accesso alla pensione previste dalla riforma Fornero.

L’incremento dell’occupazione interessa gli italiani (+50 mila unità) ma soprattutto gli stranieri (+83 mila unità). In confronto al primo trimestre 2014, tuttavia, il tasso di occupazione 15-64 anni degli stranieri diminuisce di 0,4 punti percentuali a fronte di una crescita di 0,5 punti tra gli italiani.

Nell’industria in senso stretto, dopo la crescita dei tre trimestri precedenti, l’occupazione si riduce su base annua dello 0,9% (-42 mila unità) mentre nelle costruzioni, per il diciannovesimo trimestre ma con minore intensità, prosegue la flessione degli occupati (-1,2%, -17 mila unità). In controtendenza rispetto al Centro-nord, nel Mezzogiorno crescono sia gli occupati nell’industria in senso stretto (+2,3%, 18 mila unità) sia nelle costruzioni (+3,8%, 15 mila unità). Nel terziario gli occupati crescono dell’1,0% (147 mila unità in più su base annua), soprattutto tra i dipendenti e nel Centro-nord.

Nel primo trimestre 2015, dopo quattordici trimestri di crescita, diminuisce il numero di persone in cerca di occupazione (-4,2%, 145 mila unità in meno in un anno). La riduzione interessa sia gli uomini sia le donne, riguarda le regioni del Nord e del Mezzogiorno, gli ex-occupati e le persone in cerca di prima occupazione. Il 57,1% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più (era 58,7% nel primo trimestre 2014).
Nel primo trimestre 2015 il tasso di disoccupazione, cresciuto ininterrottamente dal terzo trimestre del 2011, scende al 13,0% (-0,6 punti percentuali in confronto a un anno prima); la riduzione riguarda sia gli uomini sia le donne, interessa il Nord (-0,4 punti) e soprattutto il Mezzogiorno (-1,2 punti), ma i divari territoriali restano elevati (con valori del 9,0% e 20,5% rispettivamente). Nelle regioni del Centro, invece, il tasso sale al 12,1% (+0,1 punti).
Nel primo trimestre 2015 prosegue la diminuzione del numero degli inattivi di 15-64 anni (-0,4%, -51 mila unità) dovuta soltanto ai 55-64enni, a fronte di un aumento nelle altre classi di età. Il tasso di inattività complessivo rimane stabile al 36,1%.

Da gennaio, ricordiamo, sono in vigore sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato mentre a marzo è entrato in vigore il contratto a tutele crescenti.

Il calo della disoccupazione nell’ultimo mese registrato dall’Istat, «è sicuramente un segnale positivo». Lo sostiene il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. «Come al solito - spiega - ci vuole un po’ di prudenza perché tutti questi dati vanno confermati in periodi più lunghi». Un dato che non giunge a sorpresa in quanto «ce l’aspettavamo perché in ogni caso direi che la discesa si è arrestata».

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