Spettacoli / Teatro

Lo Monaco: “Di Pirandello mi interessa molto l’indagine sui percorsi e sulle patologie dell'animo umano"

Intervista con il noto attore che fino a domenica va in scena al teatro Sociale di Trento con l'"Enrico IV" diretto da Yannis Kokkos

di Fabio De Santi

TRENTO. È uno dei fuoriclasse del teatro italiano, Sebastiano Lo Monaco, il protagonista principale dell'Enrico IV di Pirandello in scena fino a domenica pomeriggio al teatro Sociale per la Grande Prosa del Centro Santa Chiara.

Si rinnova qui la collaborazione artistica tra il regista Yannis Kokkos e Sebastiano Lo Monaco, di nuovo insieme dopo l'esperienza del 2018 con l’Edipo a Colono. Una nuova produzione dedicata ad un'opera di Luigi Pirandello capace di coniugare lo sguardo di uno dei maggiori autori del ‘900, filtrato dalla cultura e dall'esperienza di uno dei più incisivi e stimati registi viventi.

Lo Monaco, da dove la scelta di tornare a cimentarsi con quello che è considerato come uno dei capolavri di Pirandello?

"Ritrovo quest'opera a distanza di quasi vent'anni. La mia consuetudine con Pirandello risale al 1980, avevo ventidue anni quando interpretai “Come tu mi vuoi” con Adriana Asti allo Stabile di Torino. Nel 1992 fu la volta de “Il berretto a sonagli” al fianco di Paola Borboni e la regia di Mauro Bolognini, poi “Così è se vi pare” insieme ad Alida Valli, “Questa sera si recita a soggetto” e “Sei personaggi in cerca d’autore” con Patroni Griffi e alla fine è arrivato Enrico IV che nel duemila ho messo in scena con la regia di Guicciardini”.

Quali forme ha questo suo Enrico IV diretto da Yannis Kokkos?

“Nel 2018 ho incontrato Yannis Kokkos a Siracusa ed entrambi ci siamo dichiarati questo grande amore per Pirandello, lui lo aveva già messo in scena in Francia e conosceva questa mia lunga frequentazione con le sue opere e ci siamo accordati su questo titolo che avrei tanto voluto riportare in scena (prima di essere troppo vecchio per farlo). L'aspetto più evidente, quello della follia, qui lo abbiamo considerato un po’ meno perchè quando comincia lo spettacolo la follia è già passata. Allora abbiamo puntato più sulla malinconia del personaggio che si autoesclude dalla vita reale decidendo di non vivere più in mezzo agli altri e di continuare a giocare alla pazzia da cui è già guarito”.

Quanto è difficile calarsi nei panni di questo personaggio segnato dalla follia?

"Non è vanità ma devo dire che non mi è difficile perché sono molto simile al personaggio. Non che io sia pazzo ma molto malinconico con qualche momento depressivo, quindi a volte per me è uno sforzo stare in mezzo agli altri, sto molto bene da solo, tranne che sul palcoscenico che è una salvezza e una grande terapia”.

E la sua attualità?

“Più che attualità direi che si tratta di una contemporaneità perché quello che capita a Enrico IV può capitare anche oggi: un uomo cade da cavallo, batte la testa e diventa pazzo per dodici anni e quando si risveglia da questa pazzia non ha più la forza di vivere in mezzo agli altri. Un po’ parafrasando Sartre “L’inferno sono gli altri”, per lui il mondo esterno è un inferno di maschere e falsità. E’ quindi un personaggio che può esistere anche ai nostri giorni”.

Con l'Enrico IV lei ritrova Pirandello: cosa l'affascina del grande autore siciliano?

“Mi interessa l’indagine sui percorsi e sulle patologie dell'animo umano. Pirandello ha studiato a Bonn, ha vissuto a Parigi, conosceva la scuola di Francoforte, è un italiano un po’ più avanti di tanti altri perchè ha odorato e ascoltato cosa succedeva nella Mitteleuropa a inizio Novecento e di sicuro ha conosciuto prima di tanti altri gli studi sulla psicoanalisi di Freud. E’ un autore immenso perchè è un anticipatore della nostra cultura”.

In che modo le pare la gente stia vivendo il teatro in questo periodo comunque difficile per tutti?

“Dopo esser stati chiusi quasi un anno e mezzo la gente sta tornando con grande passione e desiderio di immergersi in questa magia unica e irripetibile che è il teatro. E’ attenta, entusiasta, applaude, si capisce che gli siamo mancati molto così come le persone sono mancate a noi teatranti”.

A cosa sta lavorando?

“Per l'estate sto progettando degli spettacoli all’alba nella valle dei templi di Agrigento. Ho fatto per alcjni anni l’Iliade e probabilmente passeremo all’Odissea. Iniziamo sempre verso le 5.30 davanti al Tempio della Concordia e sono spettacoli davvero pieni di fascino e suggestioni”.

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