Musica / L’evento

Isabella Turso "Il mio pianoforte fra storie di mare e piccole terre"

Ultima replica oggi, domenica 23, a Trento dello spettacolo creato da Maurizio Dini Ciacci e Dario Vergassola

di Fabio De Santi

TRENTO. Dopo diversi mesi di attesa, avrebbe dovuto andare in scena a fine ottobre, è arrivata l'ora del debutto per “Storie di mare e piccole terre”. La fiaba surreale ed ecologica, nata dalla scintilla creativa di Dario Vergassola e concretizzata dal progetto artistico di Maurizio Dini Ciacci in questo spettacolo andrà in scena all'Auditorium per la sua ultima replica domenica 23 maggio. Una produzione del Centro S.Chiara che alla componente narrativa, affidata a Dario Vergassola, unisce quella musicale legata alle composizioni di Isabella Turso, che in questa intervista ci racconta la genesi dello spettacolo, Dini Ciacci e Michele Tadini, con la partecipazione artistica del rapper Dargen D’Amico e dell’“incantautrice” Marquica, e quella visuale realizzata dal Premio Oscar Luc Jacquet.

Isabella Turso, come è stata coinvolta in questo progetto da Maurizio Dini Ciacci?

"Un giorno mi ha chiamato Dini Ciacci per propormi di collaborare a questo nuovo progetto parlandomi con grande entusiasmo dei racconti scritti da Dario Vergassola, ambientati nel mare delle sue Cinque Terre. Aveva intenzione di realizzare qualcosa di più ampio, che legasse non soltanto la parola alla musica, ma avesse anche l’ambizione di accostare varie forme artistiche, diversi linguaggi, personalità contrastanti. Da sempre sono molto sensibile e attenta alle tematiche legate alla natura e mi piace sperimentare. In quel periodo stavo lavorando all'album "Big Break" che evidenzia, attraverso suggestioni sonore ed evocazioni di immagini, proprio il forte legame tra musica e ambiente.Lavorare a questo progetto significava mettermi in gioco non soltanto come pianista, ma anche come compositrice in un contesto divertente e affine alla mia sensibilità".

Come siete riusciti a "catturare" Luc Jacquet, Premio Oscar nel 2006 con il film-documentario “La marcia dei pinguini"?

"Ho incontrato per la prima volta Luc Jacquet a Shanghai nell’ottobre del 2019, all'alba della pandemia. In quell'occasione avevo suonato un brano per pianoforte e orchestra che accompagnava un suo cortometraggio, in prima visione mondiale. Ci siamo scambiati due parole, poi siamo rimasti in contatto e quando Dini Ciacci mi parlò del progetto "Storie di mare e piccole terre" ho pensato subito a lui. Tra i due poi è nata una simpatia e stima reciproca e voilà, les jeux sont faits".

La parte musicale si muove su diversi livelli.

"Per noi è stata una gran bella scommessa riuscire ad avvicinare generi differenti come il rap, il pop, la classica come scrittura e formazione, una video regia importante, tre compositori con un approccio stilistico molto differente, un ensemble di professionisti con grande esperienza alle spalle. A ognuno è stato affidato un ruolo preciso, rispettando la natura e la specificità di ogni singolo artista. Direi che il denominatore comune è la sensibilità musicale, che fa da collante naturale e alla fine è ciò che conta di più".

E il suo ruolo invece?

"Sono uno dei tre compositori, assieme a Maurizio Dini Ciacci e a Michele Tadini. Ho riscritto ex novo alcuni brani tratti dall'album "Variazioni", realizzato nel 2017 con il rapper Dargen D’Amico e con cui ho condiviso moltissime emozioni sul palco e in studio. Mi alternerò al piano e alle tastiere e con il Fresh Fish Ensemble, insieme eseguiremo la colonna sonora dell'intero spettacolo".

Questi sono giorni di prove: quanto è difficile intrecciare i vari momenti?

"Siamo gasatissimi dopo così tanti mesi di stop forzato. Vedo negli sguardi di tutti, dal musicista sul palco al tecnico in sala, una luce negli occhi che dice tutto sulla passione autentica che accomuna tutti i lavoratori di questo martoriato settore e sull'entusiasmo di poter finalmente tornare a lavorare per uno spettacolo dal vivo, con il pubblico in sala".

E di Dario Vergassola che mi dice?

"Lui è un vulcano. Sprizza vivacità, originalità e fantasia e con i suoi racconti riesce a farti immedesimare senza troppo sforzo".

Dopo il rinvio per la pandemia quanto speravate di poter essere ancora su un palco con questo spettacolo?

"Non ci speravamo per nulla, dico la verità. Troppi punti di domanda, troppe incognite su come sarebbe stato reinserito nella programmazione e soprattutto quando. Ma finalmente ci siamo. Le porte del teatro si riaprono e non vediamo l’ora di salire sul palco. E per non farci mancare nulla, domenica 23 maggio oltre al live in teatro ci sarà quello in streaming sulla piattaforma LiveNow, che ha scelto di inaugurare la sua pagina dedicata alle produzioni teatrali mondiali proprio con questo spettacolo".

Oltre questo cosa c'è nel suo futuro?

"Sta per uscire un mio vinile a brevissimo, per il Record Store Day, con l'etichetta Bluebelldisc. Con LiveNow stiamo organizzando un evento particolare che mi vedrà coinvolta. Come tanti miei colleghi, ora più che mai, sono pronta a tornare sul palco e a diffondere anche dal vivo la mia musica, con tanti nuovi progetti".

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