Storia / L’analisi

«Il mio Sessantotto», il libro «definitivo» su una stagione indimenticabile di Trento

Voluto dal compianto Sergio Bernardi, curato da Giancarlo Salmini, è edito dalla Fondazione Museo Storico con tante interviste (dal sindacalista al questurino di allora)

TRENTO. Conoscendo la preparazione e la passione degli autori, si annuncia come il «libro definitivo» sul Sessantotto a Trento. E' infatti uscito in questi giorni, pubblicato dalla Fondazione Museo storico del Trentino in stretta collaborazione con il Gruppo culturale Uomo Città Territorio (UCT), il corposo volume “Il mio Sessantotto: interviste e testimonianze” che cerca di restituire, attraverso una sessantina di interviste e testimonianze, quel complesso mosaico di azioni, eventi e pensieri che caratterizzò il biennio 1968-1969, partendo dalla realtà trentina per collegarsi a un'estensione ben più ampia, a una «rivoluzione» politico-culturale mondiale sulla quale la ricerca storica sta scrivendo nuove pagine.

Un volume fortemente voluto da Sergio Bernardi, il vulcanico promotore culturale e fecondo editore, scomparso nel maggio del 2020. Il destino non gli ha permesso di vederlo ultimato e queste pagine sono dedicate a lui, alla sua tenacia e alla sua figura di grande interprete della crescita culturale del Trentino.

Come afferma Giancarlo Salmini nella premessa del libro “Il mio Sessantotto”, molti storici, sociologi, giornalisti, nel corso degli anni, hanno tracciato sia i contorni che l'essenza del fenomeno “Sessantotto” dimenticando spesso di dare la parola ai moltissimi diretti interessati, a coloro cioè che non sono i leader o i dirigenti, ma rappresentano la cosiddetta “base”, i militanti, quelli che nei cortei non occupavano quasi mai le prime file.
Queste pagine invece danno voce a un “caleidoscopio di vissuti, aneddoti, stati d'animo, paure e tensioni sia di molteplici cittadini professionalmente appartenenti a vari segmenti della società trentina, che di un corpo esteso e organizzato di studenti, operai e lavoratori alla ricerca di una maggiore dignità, libertà, uguaglianza e giustizia sociale”.
Scorrendo le interviste e le testimonianze raccolte nel libro ci si trova di fronte a percorsi di vita talvolta anche opposti, intricati ma sicuramente mai banali e finalmente il lettore può dare un nome e un cognome a coloro che hanno partecipato al Movimento studentesco e alle lotte operaie dell'autunno caldo.
“Il mio Sessantotto” permette di iniziare ad analizzare criticamente quell'esperienza, ricostruendo un contesto socio-culturale il più ampio possibile.
“Il peso di una memoria divisiva sul tema del Sessantotto – ricorda Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino – in Italia come in Trentino, è ancora ben presente e talvolta ingombrante, ma compito della storiografia è proprio la sua elaborazione”.

IL MIO SESSANTOTTO: INTERVISTE E TESTIMONIANZE
a cura di Sergio Bernardi, Vincenzo Calì e Giancarlo Salmini
Trento: Fondazione Museo storico del Trentino, 2021
ISBN 978-88-7197-266-6, pp. 437, € 25,00,
(Quaderni di Archivio trentino)

Sommario:

Giancarlo Salmini, Premessa
Giuseppe Ferrandi, Presentazione
Giancarlo Salmini, Introduzione

Interviste

Walter Alotti, La difficile unità sindacale
Liliana Armocida, A testa alta per i diritti delle donne
Giuliano Bortolamedi, Sommerso dai volantini
Egidio Carbonari, Il partigiano di Garniga
Roberto Cavallaro, Dopo il ‹Tambosi› aprii gli occhi
Magda Delaini, Canzoni socialiste e cariche di polizia
Franco Della Rossa, Studente-operaio tra esami e fonderia
Giacomo Filippi, Degli studenti mi colpì la freschezza e la fantasia
Rolando Filippi, Giovanissimo e subito in campo
Enzo Fronti, Tra rumori assordanti e vapori al cianuro
Enzo Gardumi, Gli studenti ci diedero la sveglia
Renata De Genua, Basta ‹fare la calza›!
Franco Ianeselli, Si riaffermò la centralità del lavoro
Renzo Job, Dal seminario alla contestazione
Sergio Job, Da Marcinkus a via Prati
Paolo Lazzaretto, Impressionato dal ‹Controquaresimale›
Luciano Martinello, Promessa da marinaio
Nadia Nicoletti, Che emozione parlare in un’assemblea
Mario Pelz, In lotta tra frigo e lavatrici
Lorenzo Pomini, Anni ruggenti e crisi globali
Claudio Scaffia, Uniti per un mondo diverso
Roberto Scoz, Dopo i Dehoniani, il Vietnam
Sergio Valer, Fu un importante momento di crescita
Claudia Visani, Lotte nella scuola e femminismo
Umberto Zeni ‹Jumbo›, Attirato da quei ‹capelloni›

Testimonianze

Tarcisio Andreolli, Una finestra aperta sul Movimento
Gaetano Bannò, Io, ‹Questurino› dal volto umano, vi ringrazio
Sergio Bernardi, Fu anche cultura e molto altro
Federico Biesuz, Movimento e operai, incontro storico
Marco Boato, Francesca, il sorriso delle origini
Sandro Boato, L’utopia ha i colori dell’arcobaleno
Giovanni Bonora, Carne in scatola e manganello
Vincenzo Calì, Anni di carta in archivio
Vincenzo Calì, Metamorfosi e inciampi
Sandro Canestrini, ‹Strategia della tensione› e processi politici
Lucia Coppola, Folgorata dal sogno di ‹Checco›
Pia Coppola, Una ribelle, tra fumo e parolacce
Mario Cossali, Fu una fiammata. Ma incancellabile
Vittorio Cristelli, L’aspetto religioso e quello operaio
Bruno Dorigatti, Dagli studenti arrivò una scossa
Bruno Dorigatti, L’Eurographik divenne il mio ‹Vietnam›
Luigi Faggiani ‹Gigi›, Galeotte le note di De Andrè
Elio Fox, Quel giorno vidi Trento cambiare
Aldo Giongo, Quella sala piena di studenti
Giorgio Grigolli, Uno sguardo del tutto particolare
don Giuseppe Grosselli, Un prete in fabbrica
Antonio Marchi, Un ideale per vivere e sognare
Michele Nardelli, Era un vento che soffiava forte
Paolo Padova, Con il cuore, tra fango e macerie
Enrico Paissan, I tanti mal di pancia del Partito comunista
Gianni Palma, Insieme per una società più giusta
Gianni Poiaunich, Incredibili quegli anni
Sandro Rampa, La lotta nelle cave di porfido
Beppe Raspadori, Così svanì quel senso di oppressione
Graziano Riccadonna, Intensi quegli anni alla ‹Cattolica›
Giancarlo Salmini, Le radici di una scelta di campo
Franco Sandri, Con rabbia e disincanto
Loris Taufer, Fu un ‹impazzimento generale›
Paolo Tonelli, Il sindacalista, un prete senza tonaca
Marco Boato, Postfazione

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