«Era dicembre», viaggio fotografico attraverso 40 anni a Trento

di Daniele Benfanti

Sui giornali trentini poche righe e una piccola foto, nell'inverno 1993, per dare conto della prima edizione del mercatino di Natale di Trento. Oggi lo consideriamo imprescindibile per la vita economica della città e la sua cancellazione, causa Covid, al pari delle altre manifestazioni analoghe, è un pugno nello stomaco.

«È solo un esempio delle tante cose che percepiamo come eterne, consolidate, sempre esistite. Invece sono frutto dei tempi, di lenti o rapidi cambiamenti», spiega Elena Tonezzer, ricercatrice della Fondazione Museo storico del Trentino, responsabile degli studi storici sulla città di Trento e ideatrice dell'installazione «Era dicembre. Eventi, ricordi, impressioni dell'ultimo mese dell'anno» inaugurata eri in Piazza Battisti (resterà in piazza fino all'11 gennaio), alla presenza dei curatori della Fondazione e delle autorità comunali, che hanno proposto l'installazione all'aperto (e quindi fruibile in sicurezza in tempi di prevenzione da contagio Covid) come evento di richiamo e valorizzazione culturale nell'ambito di «Trento città del Natale», edizione rivista e corretta per questo 2020.

L'installazione consiste in un grande asterisco, i cui assi si trasformano in pareti di due metri per due sulle quali, retroilluminate, compaiono immagini e testi che ripercorrono la vita di Trento nei mesi di dicembre dal 1960 al 2000. I testi sono articoli di giornale, tratti dall'Adige, dall'Alto Adige, da Vita Trentina, dai periodici Questotrentino e Uct. I media, insomma, come voce narrante autentica dell'epoca, con la cronaca che si fa storia. Le foto arrivano dagli archivi della Fondazione, della Soprintendenza, del Comune, dell'Associazione culturale Gelmi di Caporiacco, dagli archivi della fotoagenzia Panato, del fotografo Flavio Faganello, di Trentino Marketing.

«Non si tratta solo di amarcord o di un collettivo "come eravamo" - precisa Elena Tonezzer -, ma di un'occasione per riflettere, ragionare su come è cambiata Trento, i suoi abitanti, le idee, la concezione e la percezione delle cose e dei temi sociali, politici, economici». Non solo temi natalizi, anzi: «Si scopre - racconta Elena Tonezzer - che per tutti gli anni sessanta la città non organizzava nessun evento natalizio. Il massimo, era qualcosa negli asili…». Nel dicembre 1969, ad esempio, il tema centrale era l'inaugurazione del tratto "urbano" dell'autostrada del Brennero: cinque anni prima si sottolineava che Trento, con un'auto ogni 15 abitanti, avesse visto aumentare a dismisura il numero di veicoli in città... Una Trento che appare ancora ingenua e rurale: nel 1968, l'anno delle grandi contestazioni e rivoluzioni, Sardagna era preoccupata per la contrazione di terreno a pascolo.

Dicembre, poi, è sempre stato il mese dei bilanci, personali, sociali ma soprattutto economici degli enti pubblici. Anche se del gennaio 1985, nell'installazione, doveroso spazio è dedicato alle foto della grande storica nevicata che sommerse la città. Nel 1995 un articolo è stato dedicato a Marcello, indimenticato clochard della zona Parco Santa Chiara, e al suo Natale particolare. «È solo dagli anni ottanta - prosegue la curatrice - che Trento è consapevole di essere passata da una società e da un'etica del piccolo risparmio alla società dei consumi. Sui giornali del periodo '60-'70 si parla ancora di trenini e bambole come regali natalizi per i bambini. Poi ci si interroga su come i trentini spendano la tredicesima. È negli ultimi vent'anni del secolo scorso che si inizia a parlare di regali tecnologici e costosi, consumi, cenoni. I rituali di oggi sono più recenti di quanto pensiamo».

Nelle vetrine del negozio Nicolini, sempre in piazza Battisti, invece, da un teleschermo scorreranno le immagini private dei «natali» intimi vissuti dai trentini in quei quarant'anni, in casa, nei pranzi in famiglia, davanti all'albero di Natale, grazie ai filmati "fai da te" che sono stati donati e raccolti dalla Fondazione.

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