Il Festival della meteorologia senza pubblico il 14 novembre

Ridotto da tre giorni ad uno solo e senza pubblico. Ma il Festival della meteorologia tornerà, anche quest'anno. Ed è già questo un gran successo.

«Stiamo lavorando febbrilmente - commenta l'ideatore e coordinatore scientifico della kermesse Dino Zardi - per offrire l'evento. Abbiamo già dovuto riprogrammare tre volte tutto, speriamo di farcela. All'inizio pensavamo di fare tutto nei palazzi di Corso Bettini, con il pubblico, sviluppando gli incontri lungo tre giorni. Poi abbiamo dovuto ridurre tutto ad un solo giorno. Poi si è dovuto rinunciare all'idea di fare tutto al palazzetto dello sport. Poi abbiamo dovuto anche abbandonare l'idea di fare tutto all'auditorium Melotti, e in ultimo abbiamo dovuto rinunciare al pubblico in presenza. Faremo tutto dalle sale del museo civico in Santa Caterina, dove saranno presenti solo i relatori ed i moderatori. Speriamo che il prossimo dpcm non impedisca totalmente gli spostamenti sul territorio nazionale, altrimenti anche i relatori si dovranno collegare direttamente da casa loro, e a quel punto tutto il festival sarebbe solo online».

Ma già l'essere riusciti a declinare al kermesse in base alle disposizioni anti Covid si può consideare un successo.
«Il Festival che ha riscontrato nelle passate edizioni un grande successo di pubblico e di critica - spiegano dal Comune di Rovereto, ente da sempre in prima fila nella promozione ed organizzazione - nasce con l'obiettivo di offrire un'opportunità concreta e multimediale di diffusione di alcune conoscenze di base legate alla meteorologia, consentendo così di poter divulgare, ad un più vasto pubblico generale, attraverso interventi divulgativi, scientifici e tecnici, la cultura della meteorologia».

Il festival sarà l'occasione di avere, dalle fonti più qualificate sul panorama internazionale, la risposta ad una domanda che sempre più campeggia su media e social. La diffusione del Coronavirus è collegata ai cambiamenti climatici? «La risposta è, per il momento, no - commentava all'Adige Zardi -. Mi spiego: al momento non c'è alcuna evidenza scientifica certa, studi di centri di ricerca affidabili con dati ed elaborazioni, che colleghi la pandemia ai cambiamenti climatici. L'ipotesi che il consumo alimentare di parte della popolazione mondiale di animali selvatici (che possono essere stati il "ponte" biologico che ha portato all'uomo il virus) sia legato agli effetti della diminuzione della biodiversità dovuta ai cambiamenti climatici è, appunto, solo un'ipotesi, per quanto interessante e degna di approfondimento».

«La meteorologia italiana - spiegano gli organizzatori - vive in questi anni un momento di notevoli trasformazioni. Sta per completarsi la realizzazione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e la climatologia "Italia Meteo": sarà un riferimento importante per mettere a sistema le diverse realtà che finora hanno operato in diversi settori della meteorologia operativa. Nel 2021 sarà pienamente operativo a Bologna il nuovissimo centro di calcolo del Centro meteorologico europeo (Ecmwf) che sta valutando le proposte pervenute in risposta al bando per l'apertura di una sua seconda sede, sul territorio dell'Unione Europea, dedicata alle attività che il centro svolge su commissione dell'Agenzia Copernicus, la realtà creata dall'Ue per offrire servizi climatici, ossia valorizzare e distribuire i prodotti dei sistemi di telerilevamento e i risultati delle elaborazioni al calcolatore dei modelli che riproducono e prevedono i diversi sistemi ambientali, in particolare l'atmosfera e il clima».

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