La nostra intervista a Gatto Panceri ospite mercoledì 7 del concorso CantaCles

di Fabio De Santi

Quella di Gatto Panceri, pseudonimo di Luigi Giovanni Maria Panceri, è una vita trascorsa nel segno della musica. Gatto, come lo chiamano da sempre i suoi fan, nato a Monza nel 1962, è conosciuto infatti , oltre che per la sua dimensione di cantautore, anche per quella d'autore. Le sue canzoni sono state infatti interpretate da big come Mina, Andrea Bocelli, Giorgia e Gianni Morandi, senza dimenticare i suoi successi fra Sanremo e Festivalbar come "Mia", "Le tue mani", "Abita in te" e "Scherzi della vita". Mercoledì 8 agosto Gatto Panceri, insieme a Charlotte Ferradini, sarà ospite della semifinale del concorso "CantaCles", alle 21 nella piazza antistante al Palazzo Assessorile mentre in caso di maltempo lo show si terrà al Teatro comunale di Cles.

Gatto Panceri, cosa proporrà al CantaCles?

<Sono stato chiamato, per quello che so essere un importante concorso canoro della vostra regione, in primo luogo nelle vesti di giurato e sono contento di poter ascoltare e scoprire nuovi talenti. Poi, quando in un posto trovo un palco e un microfono, non posso esimermi dal cantare qualche mio pezzo. In questo periodo sono in tour e quindi proporrò un piccolo assaggio del mio live al pubblico trentino. Insieme a me come ospite della serata ci sarà Charlotte Ferradini, che canterà qualche suo brano. Io proporrò dei pezzi per chitarra e voce in versione unplugged, come nel caso di 'Vivo per lei', e probabilmente ci sarà qualche sorpresa insieme a Charlotte>.

Nel 2018 ha pubblicato il disco "Vieni a vivere" uscito a quasi 10 anni di distanza dal suo cd precedente: come mai una decantazione così lunga?

<L'album "Sos" era del 2009 e successivamente ho fatto diversi singoli che poco alla volta hanno dato forma a " Pelle d'oca e lividi". Questo è un cd che ho prodotto e arrangiato nel mio studio, a differenza dei miei album precedenti :per realizzarlo mi sono messo in proprio e questo ha allungato di molto i tempi. Diciamo che ho allargato le mie competenze e alla fine di questo lungo lavoro è nato quello che è quasi un disco doppio, considerando il numero di canzoni della tracklist>.

Mi verrebbe da chiederle se vale la pena ancora fare dischi.

<Oggi come oggi l'album non è più un punto di approdo imprescindibile. Molti fanno uscire singoli accompagnati da video e usano strategie diverse per arrivare a farsi ascoltare. Il mondo della musica è in continuo cambiamento e quindi è difficile capire quale sia la strada giusta per arrivare al pubblico. Io questa volta ho voluto andare controcorrente facendo un 'discone' per il piacere di farlo>.

Lei è anche autore per diversi artisti; come vede questo lato della sua creatività?

<Io non ho mai scritto nessuna canzone pensando che la potesse interpretare qualcun altro, però sono sempre stato molto prolifico, perché per me comporre una canzone è quasi un bisogno quotidiano. Tra tanti pezzi, alcuni non si rivelavano però adatti alla mia voce, ma erano perfetti per altri artisti, in grado di valorizzarli al meglio con la loro voce. Ad esempio 'Io vivo per lei', interpretata da Giorgia e Bocelli, è un brano che in duetto decolla, ed è anche per questo che ha avuto un grande successo. La prima cantante italiana che mi chiese un brano, "Canterò per te", nel 1980, è stata Mina e mi ricordo che in quell'occasione lei mi disse: "Io ho scelto questa tua canzone, proprio perché non c'entra niente con me">.

Oltre le sette note cosa c'è nel presente di Gatto Panceri?

<La mia più grande passione, dopo la musica, sono i cani, stare con loro mi rilassa. Ho da poco realizzato il mio grande sogno aprendo in Brianza un centro cinofilo, 'Dolce vita da cani', dove sono impegnato qualche ora al giorno>. 

Tornando al Cantacles quale consiglio darebbe ai giovani vocalist e cantautori per riuscire ad emergere?

<Direi loro di avere tanta pazienza e la voglia di fare gavetta, perché al giorno d'oggi c'è troppa fretta di emergere e di arrivare subito al successo. Questo purtroppo è il messaggio che mandano i talent: fai tre passaggi in tv e radio e sei già a Sanremo. Poi però la maggior parte di loro sparisce nell'arco di poco tempo, perché non hanno preparazione alle spalle. Credo che i giovani debbano avere l'umiltà di capire che su ogni palco hanno l'occasione irripetibile di crescere e migliorare, e nello stesso tempo debbano provare sempre a superarsi>.

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