L'intervista ad Alberto Fortis domani a Lagorai d'Incanto

di Fabio De Santi

Sono passati quarant'anni dall'uscita di "Alberto Fortis" uno degli album più folgoranti della storia della musica d'autore italiana. Un disco che grazie a brani come "A voi romani ", "Milano e Vincenzo" e "La sedia di lillà", rivelava le qualità di Alberto Fortis giovane cantautore di Domodossola. Da allora Fortis ha portato avanti con grande coerenza la sua idea di musica attraverso una ventina di album e tantissimi progetti e collaborazioni. Domenica 28 agosto il pubblico trentino lo ritroverà a Malga Casabolenga, Telve di Sopra, alle 13, per la rassegna Lagorai d'Incanto, in un concerto per piano e voce.

Fortis, vorrei iniziare dal nuovo singolo "Mamablu". una canzone che prende spunto da tematiche attuali quali l'immigrazione e l'integrazione.

"Mamablu è la convergenza dei due risultati che a me interessano di più in una song: il punto di visto delle sonorità, elemento che mi ha sempre affascinato e il cercare di dire delle cose in modo intelligente. Mamablu parla sì d' immigrazione e integrazione ma vuole essere anche un inno a quella che dovrebbe essere una sana quotidianità nel segno dell'incontro e della tolleranza. I due protagonisti del brano sono una donna africana che aspetta un bimbo e che si ritrova in un territorio da conquistare e la metropolitana che è un po' il comune denominatore di quello che è la frenesia quotidiana, il posto in cui s'incrociano le gioie, le speranze, le fatiche e le lotte".

Un brano che, immagino, sarà anche in scaletta per Lagorai d'Incanto.

"Il concerto è un viaggio nella mia musica dalle origini a questo nuovo pezzo. In questa occasione il live sarà per piano e voce: di solito sono accompagnato anche dalla proiezione di video sia quando suono da solo che con la mia band, ma in questo caso le immagini saranno quelle della natura nello scenario meraviglioso che mi circonderà".

Quarant'anni dal suo album di debutto ed è tempo di celebrazioni: che effetto le fa?

"La musica attraversa il tempo e gli anni in una modalità diversa da quella del nostro quotidiano e quindi, davvero, non mi pare siano passati quarant'anni : pare una frase fatta ma se io penso ai ricordi delle registrazioni del primo album mi sembra un attimo fa. Da allora sono successe tantissime cose nella mia vita di artista, tutte esperienze che sono contento di aver vissuto, con tante collaborazioni anche con artisti internazionali".

Cosa le manca maggiormente di quegli anni? "

Mi manca la dignità. Io riassumo tutto in questa parola perché chi fa musica, chi la crea, dovrebbe avere la dignità di sapere che ogni cosa che produce ha dei riflessi sull'aspetto sociale ed educativo. Mi auguro che anche nei periodi di oscurantismo, come quello che stiamo vivendo, l'uomo sia capace di dare un colpo di coda e dimostri ancora la voglia di inseguire la Bellezza con la b maiuscola. C'è una frase che io adoro: "La musica è la più onesta delle religioni perché non fa né minacce né promesse".

 

A quali progetti sta lavorando?

"Insieme all'Universal stiamo curando l'uscita nel periodo autunnale, delle ristampe degli album "La grande grotta" e "Fragole infinite "in una versione in vinile tutta colorata mentre io sto lavorando a del materiale nuovo, vedremo cosa succederà". A proposito di vinile il suo ultimo disco "I love you", uscito a fine 2018, è stato pubblicato in questa forma: l'affascina ancora? "Ho sempre amato il supporto vinilitico ma al di là dei miei gusti credo che l'industria discografica si sia accorta che per una certa fascia d'età avere il vinile sia sempre una cosa bella. Per me si tratta di una sorta di livello istintuale, il fatto di riappropriarsi un pochino di un aspetto materico in questo universo un cui tutto, anche la musica, è sempre più liquido e immateriale".

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