Al Muse la prima del «Genoma scenico»

Prima assoluta, il 5 e il 6 maggio al Museo delle Scienze, di Genoma Scenico, progetto «site specific» che unisce danza e scienza nel segno della genomica e della relazione interattiva con il pubblico.
Il progetto prende forma nell’ambito della mostra «Genoma umano» che al Muse racconta quello che ci rende unici. La prima dello spettacolo, a cura del ballerino e coreografo Nicola Galli di Ferrara, è sabato 5 maggio alle ore 14.30, 16 e 17.30 e domenica 6 maggio alle 11.30, 14.30 e 16 (partecipazione inclusa nel prezzo del biglietto).

La performance verrà ripetuta anche il 23 e 24 giugno, 20 ottobre, 24 e 25 novembre. «Genoma scenico» è una performance di danza incentrata sull’interazione tra spettatore e performer tramite un dispositivo ludico liberamente ispirato al funzionamento del genoma umano. È un gioco con 33 tessere, ciascuna codificante un proprio parametro coreografico, tra le quali il visitatore/spettatore sarà invitato a scegliere, così da generare una sequenza ogni volta originale e diversa.

I danzatori, interpreti dell’unicità dell’atto performativo, tradurranno in coreografia e metteranno in scena la composizione all’istante. La scelta arbitraria delle tessere che determinano ogni singola performance - rappresentazione della casuale composizione di ogni singolo genoma - si confronterà con l’ambiente «scenico e sociale», quale artefice influente del compimento del gesto performativo. Il concept è di Nicola Galli, in scena con i ballerini Gloria Dorliguzzo, Margherita Dotta, Paolo Soloperto.

Perché le persone sono tutte diverse? Da dove provengono i talenti? Perché c’è chi invecchia in modo invidiabile e chi, purtroppo, no? Perché la vita ha un termine biologico e come possiamo prevenire le malattie? La mostra «Genoma umano.

Quello che ci rende unici» affronta interrogativi che ci riguardano profondamente e sui quali, oggi, è focalizzato un settore importante e promettente della ricerca in campo biologico.
Un vero e proprio viaggio tra le nuove sfide offerte dalla genomica - una scienza in continua evoluzione che non manca di suscitare interrogativi e dubbi anche sul piano etico - con un focus su opportunità e rischi originati dall’applicazione delle nuove conoscenze ad ambiti particolarmente sensibili, quali la salute. Grazie a un percorso interattivo e immersivo - che conta su numerosi supporti multimediali ed exhibit in grado di toccare le corde più profonde della sensibilità personale - attraverso video e multi-proiezioni di grande impatto scenico e la mediazione dell’arte - la mostra affronta tre questioni fondamentali sul patrimonio genetico umano: quanto conta il Dna, quali altri fattori intervengono nella sua definizione (ad esempio ambiente e stili di vita), come e quanto possiamo intervenire per modificarlo. Un cambio di scala - dal macro al micro - che tuttavia non trascura la componente umana e sociale, porterà il pubblico a esplorare un mondo affascinante, che custodiamo dentro di noi e che ci rende ciò che siamo: unici.

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