Rovereto, torna l'onda sonora dell’Electronic Open Air Festival

di Fabio De Santi

Torna ad abbattersi su Rovereto l’onda sonora dell’Electronic Open Air Festival. La kermesse organizzata dai ragazzi dell’ass. Double Housefesteggia quest’anno il traguardo della sua decima edizione con tre giorni colorati di musica elettronica che si terranno dall’8 al 10 giugno nella location di Piazzale Degasperi. Proprio da questo decennale, che avrà come protagonisti una bella schiera di dj internazionali che hanno fatto ballare i club e i festival di tutto il mondo, è iniziata la nostra intervista a Cristian «Chicco» Longo, fra i «motori» di questa kermesse.

Dieci anni di Electronic Open Air Festival: che bilancio si sente di fare?

Se penso che l’Open Air è nato quasi per «scherzo», dopo questi primi dieci anni direi che è decisamente positivo. In questi anni abbiamo sbagliato poche volte, ma anche quando è capitato abbiamo imparato dagli errori commessi e siamo ripartiti.

La soddisfazione più bella?

Lavorare a contatto con la gente è sempre stato per me qualcosa che va oltre, mi dà grande entusiasmo. Tra le soddisfazioni, non una sola, c’è il far parte di un’associazione come Double House e di un gruppo di lavoro fantastico, composto da amici di vecchi data e qualche new entry. Se mi chiedi invece della parte musicale, direi che aver portato a Rovereto Dj Falcon (Daft Punk) è stato fantastico.

Quale obiettivo si prefigge questo festival?

Fin dall’inizio abbiamo cercato di portare il meglio del panorama della musica elettronica contemporanea sul nostro palco. Se dopo dieci anni siamo ancora qua, forse ci siamo riusciti.

Veniamo all’edizione di quest’anno: quali sono le principali novità logistiche?

Avremo due palchi. Il main stage e il palco dedicato a due crew di artisti importanti, vorrei citare Qloom, marchio ormai consolidato in tutta Italia per la qualità dei festival e delle serate che organizzano. Sono anche loro un gruppo di amici che hanno creato qualcosa di unico nel mondo clubbing.

Cosa prevede il menù elettronico?

Gli ospiti quest’anno sono tre sul main stage, e cinque sul palco 2. Giovedì 8 dalla Polonia arriva Inside Defekt, giovane produttore di drum’n’ bass, che fa parte della più grande crew di Varsavia dedita al suono drum’ n’bass. Il 9 spazio a Phil Weeks, direttamente dalla Francia, uno dei nomi più importanti della musica house, titolare della Robsoul records. Ormai da 15 anni, il «guru» della house music. La serata di sabato 10 propone Riva Starr (nella foto) cha arriva da Londra anche se lui è Italiano. Di Riva Starr si potrebbe scrivere un libro, già ultra famoso e noto, come Madox suonava breakbeat e girava il mondo portando la sua breakbeat partenopea ovunque, poi si è fermato a Londra e lì è nato il progetto Riva Starr, suoni più «rough» e techny, ed è esploso in tutto il mondo. Bpm Festival, tra i più noti, Ibiza, Ministry of Sound, Asia, Australia…non c’è davvero club dove lui non abbia suonato. Sarà il nostro regalo per i 10 anni dell’Electronic Open Air Festival.

Parliamo delle collaborazioni per questa edizione.

Come dicevo abbiamo stretto delle collaborazioni con Qloom di Mantova, un collettivo di artisti eccezionali e the Groove di Trento, altra crew composta da artisti davvero validi, puntando sulla qualità piuttosto che quantità.

Qual è allora la maggior difficoltà di organizzare un festival come questo in Trentino?

Dovrei rispondere un po’ come fanno tutti, i soldi. Sarebbe banale, quindi direi che non esiste nessuna difficoltà, basta un po’ di voglia di fare, e tanta tanta pazienza. Il Trentino poi grazie anche al festival Distretto 38 si sta facendo conoscere ovunque. Ecco noi da 10 anni facciamo questo, pubblicità alla nostra città e alla nostra regione attraverso la musica elettronica. Non dimentichiamo comunque che è anche grazie all’amministrazione comunale se il nostro festival esiste, ci supportano e credono in noi. E se un amministratore crede che i giovani meritino un festival di musica «alternativa» è una gran cosa.

L’Electronic Open Air Festival propone anche un aspetto solidale.

Sì, c’è anche la solidarietà a fare da sfondo a queste giornate di musica e divertimento in Piazzale Degasperi. Di questo aspetto non abbiamo mai parlato molto pubblicamente, perché dovrebbe esser qualcosa che uno fa, perché lo sente e non per finire sul giornale. Chiaro, fare solidarietà va sempre bene. Abbiamo mandato acqua ai terremotati emiliani ad esempio, ma ripeto, quello che abbiamo fatto resta nei nostri cuori ed è un valore importante per noi.

Come si immagina allora i prossimi dieci dell’Electronc Open Air Festival?

I festival, anche a livello europeo, si stanno evolvendo in qualcosa di diverso dal «vado, ascolto, ballo». Stanno diventando dei contenitori nei quali la gente può trovare tutto o quasi, serve sempre la novità, quel qualcosa che faccia si che la gente si ricordi di te. Quest’anno avremo cinque food trucks, cibo di strada italiano, cucinato su furgoni anni ’30, apecar. Da vedere, ma soprattutto da mangiare. Io vedo l’Electronic Open Air Festival sempre in evoluzione, anche in futuro, contando sempre sull’attenzione del pubblico di tutta la regione e non solo.

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