Visintainer conquista il terzo posto allo Zecchino d'Oro

«Medaglia di bronzo» per «Il domani». Ha sfiorato la vittoria, al 57° Zecchino d’oro, la canzone dell’artista e autore trentino Alessandro Visintainer, che aveva vinto le classifiche parziali dei primi tre giorni di concorso all’Antoniano di Bologna, aggiudicandosi «Lo zecchino d'Argento». La giuria dei bambini provenienti da tutte le regioni d’Italia ha assegnato ben 189 voti, sui 200 che era il massimo possibile, appena 3 voti sotto la seconda classificata, «I Beagles» (firmata dai coautori di Visintainer, Grottoli e Vaschetti), e a 10 voti di distacco dalla vincitrice, «Chi ha paura del buio?» (M. Gardini, G.P. Fontana, R. De Luca). «Comunque una grande soddisfazione, la canzone è già richiestissima», dice Visintainer. In effetti, era musicalmente la più interessante, con un testo non solo infantile: entrerà sicuramente nei repertori dei cori dei più piccoli, e non solo.

Ad interpretarla è stata Sara Guglielmelli, dieci anni, per tutti Sasà, di Castrolibero (Cosenza).

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Alex, com’è andata?
«La mia prima esperienza allo Zecchino d’Oro risale al 2008, con la canzone “Il Tortellino”. Non si è classificata al primo posto, ma mi ha dato grandi soddisfazioni: è stata ripresa dal programma televisivo “La prova del cuoco”, inserita in moltissime compilation e accompagnata da un video in rotazione giornaliera ancor oggi su Rai Yo Yo. Poco dopo, ho voluto cimentarmi con qualcosa di più sentito, con una vera canzone pop, piena di messaggi di speranza. L’ho inviata alla commissione dello Zecchino d’Oro per ben quattro anni di fila… e finalmente quest’anno è stata scelta. Ho provato un’emozione fortissima e mi sono detto “bravo” per aver insistito: quando si crede di aver dato il meglio di ciò che sai fare, vale la pena provare e riprovare nonostante i “no”. Per un autore arrivare allo Zecchino d’Oro con la propria canzone è un traguardo importantissimo… se poi scorro i nomi degli autori selezionati mi vengono i brividi: sono veri mostri sacri del settore».
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Di che cosa parla «Il domani»? Quale messaggio?
«Il ritornello parla chiaro: “Vorrei ci fosse più armonia / per il domani che verrà, / restare e non andare via / da chi un sorriso non ce l’ha, / sento che si avvererà / questo sogno dentro me, / È il mio domani». È una preghiera, in un momento storico molto delicato, in un mondo pieno di disuguaglianze. Ma i bambini sono sempre pronti ad aiutare chi è meno fortunato».

Il tuo curriculum ci parla di te come di una persona molto attiva. Di che cosa ti occupi?
«Parallelamente alle canzoni per bambini sono autore e produttore di canzoni dance, cantante, musicista, ma anche un valido cuoco (da un anno ho aperto a Bologna una baita, la “Baita di Argo”). Sono inoltre impegnato nel sociale: mi esibisco come intrattenitore in diverse case di riposo del bolognese, ottenendo in cambio emozioni, bacini e grandi insegnamenti di vita. Ma l’esperienza più grande da quest’anno la sto vivendo proprio all’Antoniano, come insegnante di canto ufficiale dei corsi “Do re mi”. Insegno ai miei baby allievi - 40 bambini dai 3 agli 8 anni - a cantare e a riconoscere il loro strumento preferito. Parlo con loro, imparo, rimango affascinato dalla loro sensibilità e purezza».

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