Donne / La festa

Otto marzo: precariato e paghe più basse, sul lavoro donne ancora penalizzate

L‘occupazione femminile è molto meno stabile, mentre la maternità rimane un ostacolo sul fronte della carriera. Insomma, anche quest'anno l'8 marzo non è proprio una festa

ITALIA In un anno uccise 125 donne

TRENTO. La parità di genere resta lontana in molti aspetti della vita, ad iniziare dal lavoro. I dati, infatti, ci dicono che in Trentino lavora il 78,6% degli uomini, mentre le donne sono ferme al 64,3. E l'occupazione femminile è molto meno stabile, mentre la maternità rimane un ostacolo sul fronte della carriera. Insomma, anche quest'anno l'8 marzo non è proprio una festa.

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LA SITUAZIONE 

Il Trentino ha fatto importanti passi in avanti in termini di occupazione femminile. Con una percentuale che si attesta al 62% oggi il nostro territorio ha un tasso di occupazione tra le donne al di sopra della media nazionale, che non supera il 50%. Il Trentino fa peggio della provincia di Bolzano, ma comunque è sopra la media del nordest.

Non mancano, però, le criticità. Le donne restano ancora un segmento debole del mercato del lavoro. Lo riferiscono Cgil, Cisl e Uil del Trentino.

"Ci sono sicuramente margini per aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ma gli scogli maggiori riguardano oggi la qualità dell'occupazione femminile e le politiche di conciliazione - fanno notare Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che seguono il mercato del lavoro per Cgil Cisl Uil -. E' indubbio che un tasso più alto di occupazione femminile avrebbe un impatto positivo su Pil e produttività. Non è pensabile, però, aumentare la partecipazione delle donne se non si rimuovono alcuni ostacoli. A cominciare dal part time volontario e involontario".

Sul totale dei contratti part time attivi l'80% è rappresentato da lavoratrici, una percentuale che resta costante nel tempo. Sul totale delle occupate circa il 40% ha un orario ridotto. Per gli uomini la soglia si riduce al 7%. Il problema maggiore è rappresentato dal part time involontario: oggi la percentuale di donne che in provincia ha un impiego part time, perché non ne ha trovato uno a tempo pieno, è del 17,7%. Il gap con gli uomini è di 14,1 punti. Il che vuol dire redditi più bassi, minori possibilità di carriera e pensioni più basse. Il part time incide anche sulle retribuzioni.

Oggi quelle femminili, anche a parità di ruolo, sono più basse, perché le donne hanno spesso occupazioni a tempo determinato o parziale e la presenza femminile è più diffusa in segmenti poveri del mercato del lavoro. Il tema dei contratti precari è un altro freno alla qualità dell'occupazione femminile: i contratti a tempo determinato sono circa il 22% del totale. Il 56% di questi riguarda le donne, in costante aumento.

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